Una condanna salutata con solidarietà o garantismo, in una persona semplice induce alla riflessione personale ed a un’attesa di chiarimento che la coscienza, se c’è, di aver agito nell’interesse sociale del Paese, rende serena. Il nervosismo di Sala conseguente al processo, si ripiega con forza su se stesso, accusando a destra e a manca, giustificando ancora quel vizio di forma, Lui il centro di una ingiustizia, che servirà da deterrente ai manager privati. Perché nella sua unicità ha colpito un protagonista del saper fare. E spiega nel consesso consigliare, finalmente libero di sparare giudizi e potenziando il suo Ego. “«Ai 5 Stelle, che chiedono le mie dimissioni, dico che andrò avanti con più determinazione di settimana scorsa perché credo, anzi sono convinto, di rappresentare ciò che Milano è capace e vuole. Io attualmente ho una condanna sulla testa, ma almeno sono stato capace di fare un’impresa a cui anche il tribunale riconosce un “alto valore morale e sociale. Voi un’impresa del genere non riuscireste non dico a realizzarla ma nemmeno a immaginarla.”
Quel nervosismo che non conosce pace, frulla continuamente, confonde le obiettive necessità di Milano. Forse mancava un po’ di lucidità nelle decisioni contro i taxisti nella festa dei Lyons. “Il Comune che intanto ha varato l’aumento del prezzo del biglietto e ridotto le corse della metro, anche stavolta ha deciso di non aprire i turni dei Taxi, mettendo in crisi l’intera mobilità urbana. Se all’inizio potevamo essere maliziosi nel pensare male, ad oggi non è più così. Facile dire non ci sono i taxi se non si permette a questi di operare a pieno regime quando vi è necessità, oltretutto negando un servizio a chi ne avrebbe bisogno.” Commenta il Presidente Taxiblu. E neppure il tono sprezzante che non sospende l’Area C a ferragosto, anzi propone l’aumento per l’ingresso. Qualcuno dovrebbe chiedergli che valore hanno nel suo budget i soldi…Majorino dimesso, continua la sua personale contrapposizione a Salvini e Sala ripete, enfatizza, escludendo con forza che i pittoreschi bivacchi in qualche modo possano risalire alla politica dell’accoglienza indiscriminata. Ma i bivacchi in Stazione ci persistono, i rom furbetti hanno un loro spazio d’azione, il degrado e il malcostume sono padroni del luogo. Fino ad oggi Sala ha assistito e non si conoscono piani risolutivi. Anzi Sala andrà a New York per discutere del tema con i suoi omologhi stranieri alle prese con la stessa sfida. Un modo, pare, per chiarire le idee. Qualcuno pensa e spera ancora che le periferie siano una priorità?
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Sala vuole andare a New York per discutere su come si conduce una città?
Forse sarebbe meglio che passeggiasse per le periferie di Milano dirigendosi verso il centro.
Camminando si accorgerebbe di quante difficoltà ci sono e potrebbe vedere i poveri disgraziati che ha accolto in che stato vivono. Milano è diventata una latrina a cielo aperto, un dormitorio indecente indegno di una città a livello mondiale.
Cosa ci va a fare in America? A dire che in centro città si può dormire all’aperto senza pagare la tassa di soggiorno?
Complimenti!!!!!