L’Ordine degli avvocati di Milano ha reso la scorsa settimana omaggio all’avvocato Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca privata italiana, ucciso l’11 luglio del 1979 su mandato del finanziere Michele Sindona, da un killer venuto dagli Stati uniti.
“L’esempio di Ambrosoli nel luogo dei diritti e della responsabilità di magistrati e avvocati”, il titolo scelto per l’incontro, svoltosi giovedì anell’Aula magna del Palazzo di giustizia, che ha voluto ricordare, come ha sottolineato il Consiglio nazionale forense in una nota, “un eroe borghese di un’Italia buia, infiltrata da corruzione e interessi di parte. Un esempio di senso dello Stato e di onestà professionale e intellettuale da conservare sempre”.
“È motivo di fiducia vedere che, a 40 anni di distanza, Milano voglia stringersi intorno all’esempio di mio padre e affermare l’attualità della sua testimonianza di vita. Ed è bello che tutto ciò accada, innanzi alle Autorità cittadine, presso il Palazzo di Giustizia”, ha sottolineato il figlio Umberto Ambrosoli, avvocato come il padre.
All’evento ha partecipato il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Vinicio Nardo, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Poi magistrati “di oggi e di ieri”, dall’Avvocato generale Nunzia Gatto, al presidente del Tribunale Roberto Bichi e al procuratore aggiunto Alessandra Dolci; dal consigliere della Corte d’appello Piero Gamacchio all’ex magistrato Gherardo Colombo, che in momenti diversi si sono occupati del delitto del professionista milanese.
Umberto Ambrosoli, sulla scelta del Palazzo di giustizia, che da ieri ospita una targa in ricordo dell’avvocato ucciso, ha manifestato grande soddisfazione: “La prima ragione è dovuta alla centralità nella vita della città: è il luogo – anche simbolicamente – dell’affermazione dei diritti, quindi non solo del rifiuto dei soprusi, ma del riconoscimento del rispetto delle regole quale presupposto per lo sviluppo sociale ed economico. La seconda ragione è legata al significato della professionalità. Cosa voglia dire essere professionisti, quali responsabilità e occasioni comporti verso la collettività: a queste domande le scelte di papà offrono un esempio stimolante anche per chi, ogni giorno, esercita la propria responsabilità a Palazzo di giustizia; da avvocato come da magistrato”.
Al funerale di Giorgio Ambrosoli non partecipò nessuna autorità pubblica.
Si dovette aspettare il 2000 affinchè il comune di Milano, durante il primo mandato del sindaco Gabriele Albertini, gli dedicasse una piazza.
L’anno prima era stato insignito della medaglia d’oro al valor civile dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Nato a Roma, laureato in Giurisprudenza e Scienze Politiche,
ha ricoperto ruoli dirigenziali nella Pubblica Amministrazione.
Attualmente collabora con il Dipartimento Scienze Veterinarie e Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Milano. E’ autore di numerosi articoli in tema di diritto alimentare su riviste di settore. Partecipa alla realizzazione di seminari e tavole rotonde nell’ambito del One Health Approach. E’ giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti della Lombardia.