Conte ieri ha fatto filtrare, piuttosto arrabbiato con Salvini, che la manovra si sarebbe fatta a Palazzo Chigi. E subito sono partite le risate registrate. La manovra la farà l’unico che là dentro ha il coraggio di andare ad elezioni. Chiunque sia. Oggi non è precisamente chiarissimo. Ma forse lo scopriremo a breve. Vedete, non c’è nulla di chiaro in casa governativa in questo periodo. Salvini non vuole rompere. O forse sì? Rischia una campagna elettorale sotto fuoco internazionale. Gli conviene? In ogni caso, potrebbe rompere anche sotto finanziaria? E chi lo sa. Domande su domande, che ieri fanno detonare la giornata degli equivoci.
Parte tutto con un vertice in cui lui spiega ai sindacati che se gli danno 12/13 miliardi lui taglia le tasse a tutti. In questo paese è ritenuto sconveniente fare l’unica domanda intelligente in questi casi: ma da dove li prendete? Per cui tutti annuiscono e qualcuno solleva obiezioni di principio (perfettamente inutili se mancano i soldi). Qualcuno esprime apprezzamento (con lo stesso livello di sincerità dei conduttori di Miss Italia quando la ragazza di turno dice di volere la pace nel mondo). E la cosa si stava chiudendo là. Siccome Morisi si è ripreso dalla botta di Moscopoli, però, c’è il colpo di teatro. Se quello che dici non è interessante, sii tu la notizia. A presentare la flat tax è Siri. Sì, quel Siri.
Ed è la goccia che fa traboccare il vaso. Non solo il Viminale viene usato impropriamente, con Salvini che usurpa il dicastero di Di Maio. Ma si dimostra che delle decisioni del premier non frega nulla a nessuno. La finanziaria la decidono loro e loro include anche un tizio che non dovrebbe manco essere là. Uno che Conte ha cacciato personalmente. D’altronde bisognava rispondere alle due pugnalate ricevute: Salvini scaricato sull’invito di Saloini all’incontro con Putin e la richiesta di riferire in Parlamento. Così ad oggi siamo fermi a guardare la solita, ormai mensile, crisi di nervi. Che finora non ha prodotto alcun reale danno. Ma quante altre volte potrà andare bene? 12 miliardi non li trovi sotto i sassi. Ci vuole uno sforzo collettivo.
Ed una volta trovati, devi spiegare ai Grillini perché loro in questa finanziaria saranno attori non protagonisti. Con Di Battista ormai scatenato e la base del MoVimento che non sopporta più Di Maio. Insomma, passerà anche questa, perché la storia non ci consente altre supposizioni. Ma la prossima. E quella dopo? Quante ne potrà reggere l’Italia prima di crollare? Non lo sappiamo. Intanto sono iniziati gli interrogatori sui petrodollari. Con Savoini che prende spunto dal suo capo. E tace. Lo avesse fatto anche al Metropol staremmo parlando di cose più interessanti ora.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,