Così relaziona in sintesi Adnkronos. A tanto ammonta (31 miliardi l’anno) l’impatto socio-economico delle apnee ostruttive del sonno (Osas) in Italia, secondo uno studio condotto dal Cergas (Centre for Research on Health and Social Care Management) dell’università Bocconi di Milano con il contributo non condizionante di Philips, presentato alla Sda Bocconi School of Management. La ricerca fotografa un fardello costituito per il 60% da costi sanitari diretti, per il 36% da costi indiretti dovuti a morbilità e per il 4% da costi diretti non sanitari. Un peso significativo delle Osas – valutabile in circa 9 mld – è legato al sotto-trattamento considerando che, su 12 milioni di italiani che ne soffrono in modo medio-grave, meno di 500 mila hanno ricevuto una diagnosi e poco più di 200 mila sono in cura.
“Questo studio – commenta Luigi Ferini Strambi, primario del Centro di medicina del sonno del San Raffaele di Milano – evidenzia la necessità di semplificare il processo di diagnosi dell’Osas, partendo magari anche da valutazioni di tipo clinico che possano meglio suggerire al medico quali pazienti indirizzare al percorso diagnostico. Dato che non è possibile studiare tutti i soggetti con un’ipotesi diagnostica della sindrome, è importante cercare di caratterizzarli al meglio dal punto di vista clinico, limitando così il numero degli esami specifici da eseguire. Da un lato le conseguenze di questa patologia sono legate alla frammentazione del sonno – ricorda l’esperto – dall’altro all’ipossia intermittente nel corso della notte che ha ripercussioni a carico di cuore e cervello, due organi che hanno costantemente bisogno di ossigeno. Da un punto di vista terapeutico, sono diversi i possibili trattamenti e attenzione: vanno personalizzati in base alle caratteristiche dell’individuo e al grado di gravità della patologia”.
“Diagnosi e prevenzione rappresentano due parole chiave per la sanità lombarda – osserva Emanuele Monti, presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali della Regione Lombardia – soprattutto quando ci troviamo davanti a patologie, come l’apnea ostruttiva del sonno, dove su circa 12 milioni di casi ne viene accertato solo il 4%. Un numero troppo esiguo. Come Regione Lombardia, allo stesso modo in cui ci stiamo muovendo per quanto riguarda altre patologie, lavoreremo affinché la cultura della prevenzione, e quindi dei controlli approfonditi e realizzati in maniera costante nel tempo, si diffonda sempre di più e diventi un pilastro della nostra società”.
“I risultati dello studio evidenziano l’ampiezza del gap diagnostico/terapeutico dell’Osas, sottolineandone l’elevato peso economico e sociale – dichiara Simona Comandè, General Manager Philips Italia, Israele e Grecia – Philips è impegnata a promuovere un modello virtuoso di collaborazione tra i diversi attori del sistema sanitario, pubblici e privati, per assicurare ai cittadini le risposte più adeguate a garantirne benessere e qualità della vita. Quella per l’Osas è una sfida che ci vede in prima fila sia sul fronte della ricerca di soluzioni all’avanguardia sia su quello della sensibilizzazione sull’importanza di riconoscere e curare questa patologia che, se non correttamente diagnosticata e trattata, può avere conseguenze gravi per la nostra salute”.
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