Il Messaggero
«Resistere, resistere, resistere come su una irrinunciabile linea del Piave». È raccolto in una frase il temperamento umano e professionale di Francesco Saverio Borrelli che si è spento oggi a Milano, dopo una malattia, all’età di 89 anni. Era il 2002, pochi mesi prima della pensione, quando il ‘capo delle toghe rosse’, così lo chiamavano i detrattori, è intervenuto come procuratore generale di Milano dopo aver guidato il pool di Mani pulite che ha segnato la storia d’Italia. Una difesa a spada tratta dell’indipendenza dei magistrati fatta in anni in cui il rapporto con la politica era piuttosto teso. Un appello lanciato in una città non certo ritenuta la capitale morale del Paese.
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“Lo ricordo come grande giurista ma, forse anche di più, come persona completa sul piano umano. Una persona ricca. Sappiamo tutti che è stato un pezzo di storia di questo Paese”: cosi il magistrato, ora in pensione, Armando Spataro, ricorda all’Agi la figura di Francesco Saverio Borrelli. “Quasi tutti ricordano Borrelli quando invitò i cittadini, non solo la magistratura, a resistere contro gli strappi alla costituzione che stavamo vivendo – aggiunge – io però lo ricordo più per altro, per quella cultura che lo caratterizzava, che noi definiamo ‘cultura giurisdizionale’ e che io sintetizzo nel senso che lui invitava i pubblici ministeri anche a pensare e operare come fossero giudici. Era una persona che rifuggiva anche dal titolo di capo che non gli piaceva. Un magistrato che era pronto a sentire tutti i problemi di qualsiasi tipo nelle indagini che potevano presentarsi per i magistrati”. Questo il quadro tracciato da un altro dei protagonisti del pool.
Stefania Craxi: “Fu il protagonista di una stagione infausta”
“Con lui viene a mancare uno dei protagonisti principali di una stagione infausta della nostra storia repubblicana“. Così Stefania Craxi, parlamentare di Forza Italia e vicepresidente della Commissione Affari esteri del Senato a Il Giornale, sul giudice Borrelli. “A dispetto di molte comparse del tempo, compresi taluni suoi compagni magistrati assurti ad eroi e gettatasi nell’agone politico ed alla ricerca di incarichi pubblici, Borrelli scelse con coerenza di vestire solo e sempre la toga e nei recenti anni“, il commento della figlia dell’ex leader del Psi.
E ancora: “Pur sempre con reticenza ed omissioni, Borrelli ebbe ad avanzare alcune riflessioni amare sugli effetti prodotti dalle inchieste di Mani pulite. Il tempo, come sempre, pronuncerà parole di verità. Ma la sua dipartita – prosegue la senatrice – porta con sé molti segreti e molti ‘detto non detto’ che, nonostante il lavoro della storia, resteranno probabilmente celati. Nel momento del dolore e della sofferenza, il silenzio è il rispetto sono pertanto dovuti all’uomo e alla famiglia“.
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