Gli occhi intensi, trasparenti, un pudore innato che ingentiliva la bellezza, l’intelligenza. Aveva respirato cultura, il dinamismo del pensiero in un’epoca storica che doveva essere ripensata, riconquistando equilibrio e obiettività. Ilaria Occhini aveva 85 anni ed è scomparsa ieri, dopo una vita ricca di riconoscimenti professionali come attrice di teatro, di cinena e della televisione. Tante esperienze modulate con l’eleganza della sua bellezza, con le sfumature della sua sensibilità, con la generosità con cui viveva i personaggi. “La mia bellezza è come se fosse una cosa, una borsetta, un foulard che porto con me, non ne parlo con nessun vanto”, scriveva Ilaria Occhini, nel libro autobiografico. Una vita senza trucco, con cui festeggiava i 60 anni di carriera, e in cui tratteggiava il profilo della sua famiglia fuori dal comune, dei compagni di viaggio, di amici e amori che hanno attraversato la sua vita densa e appagante. Il suo privatissimo e immenso amore per il nonno, il grande scrittore Giovanni Papini, il grande amore dal 1961 con lo scrittore Raffaele La Capria, la figlia Alexandra erano la sua vita. E quel lungo conversare con gli amici, in salotto, di letteratura e di politica, con i gesti di sempre, le piccole cose di ogni giorno. Amava appassionatamente il palcoscenico, il cinema d’autore, il riflesso nelle opere della genialità umana. Super premiata per la sua intensità eclettica, attraversava il tempo nutrendo la sua anima curiosa e affamata d’arte, con sentimenti e pensieri da conservare con amore.

Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano