Giovedì 25 luglio ore 20.30 Chiesa di Santa Maria della Sanità – Via Durini 20
Quartetti milanesi Carlo Monza: Quartetti (1a esecuzione moderna)
- A. Mozart: Quartetti composti a Milano
Europa Galante
Fabio Biondi, violino
Giovedì 25 luglio alle ore 20.30, nella chiesa di Santa Maria della Sanità, il pubblico assisterà a un originale confronto tra la produzione di Quartetti per archi di W. A. Mozart (tra cui il celebre Quartetto di Lodi) e quella del milanese Carlo Monza, maestro di Cappella del Duomo di Milano, di cui verrà presentata in anteprima mondiale la prima esecuzione in tempi moderni ad opera di Fabio Biondi e della sua Europa Galante. Si faceva ottima musica nella Lombardia del Settecento. Offuscata dalle splendide civiltà musicali espresse da altre città d’Italia, Venezia e Napoli (ma anche Roma, Bologna, Torino ecc.), nella percezione dei posteri Milano è rimasta a lungo in un cono d’ombra che gli studi degli ultimi decenni stanno contribuendo a dissipare. La circostanza doveva essere chiarissima ai contemporanei, che vi accorrevano dall’estero ad apprendere e lavorare: nomi del calibro di Christoph Willibald Gluck, Johann Christian Bach, Wolfgang Amadé Mozart. Gli ambiti di tanto interesse erano l’opera, la musica da chiesa, la musica strumentale, che ancora alle soglie del classicismo rappresentava un’eccellenza italiana, un campo in cui il Bel Paese poteva ancora dirsi all’avanguardia: proprio a Milano, con Giovanni Battista Sammartini ma non solo. Il concerto indaga, per il tramite d’un unico genere, il quartetto d’archi, due volti della musica nella Lombardia dell’ultimo terzo del Settecento: la produzione notevolissima di una personalità ignota ai più, di cui si offre una prima riproposta moderna, e i lavori realizzati da un Mozart adolescente durante i soggiorni lombardi.
È singolare che i primi sette quartetti del catalogo mozartiano abbiano visto la luce sotto il cielo di Lombardia. Se è naturalmente il battesimo nell’agone dell’opera, con ben tre titoli di rilievo, il maggior bottino dei viaggi italiani, Wolfgang aveva provveduto a praticare con assiduità anche l’idioma della musica strumentale. Fu durante una sosta in una locanda di Lodi, «alle 7 di sera» del 15 marzo 1770, che il talento in erba, da alcune settimane quattordicenne inaugurò la sua personale frequentazione, destinata a esiti eccelsi, col quartetto d’archi. Di questa primizia, K 80, non si sa se sorprenda di più l’incanto lirico somministrato dall’Adagio d’apertura, la vivacità quasi sinfonica dell’Allegro o l’elegante souplesse del Minuetto (il giocoso Rondeau conclusivo venne aggiunto solo anni dopo). Seguirà, nel corso del terzo e ultimo viaggio italiano, esclusivamente milanese, nell’autunno/inverno 1772/73, la serie dei sei quartetti cosiddetti “milanesi” K 155-160. Di questi si presti attenzione, senza nulla togliere agli altri titoli (si pensi alla cantabilità, a un tempo intensa ed elegante dell’Un poco adagio del Quartetto in do maggiore K 157), alla costruzione del Quartetto K 156, che ripropone la tonalità del primissimo, sol maggiore. Se accoglie l’ascoltatore la cordialità d’un Presto dalle movenze da Ländler, l’ampio Adagio in mi minore si sporge su abissi che il genio in erba non mancherà di visitare nelle opere mature; uno smagliante Tempo di minuetto prosciugherà qualsiasi velleità malinconica.
Ai quattro quartetti mozartiani in programma se ne contrappongono cinque d’un perfetto sconosciuto al pubblico odierno. In realtà Carlo Monza, d’una generazione più anziano di Wolfgang e coetaneo all’incirca di Haydn, era personaggio in vista nella Milano teresiana, dov’era nato attorno al 1735, nello stesso torno d’anni di Giuseppe Parini, Cesare Beccaria e dei fratelli Verri. Allievo del maestro del Duomo Giovanni Andrea Fiorini, il “Monzino” aveva condotto due carriere parallele negli ambiti dell’opera e della musica da chiesa. Nella prima aveva riscosso per tre lustri, dai tardi anni Cinquanta, molto successo sulle principali piazze italiane – Venezia, Roma e Napoli incluse –, per diradare l’impegno a favore della musica sacra, che ne aveva progressivamente catalizzato gli interessi. Dal 1768, due anni prima dell’arrivo dei Mozart, Monza, che si fregiava dei titoli di cavaliere e accademico filarmonico bolognese, aveva fatto incetta di collaborazioni e incarichi con molte delle più importanti chiese milanesi (tra queste S. Marco, S. Barnaba e S. Fedele: negli anni Ottanta supereranno la decina), diventando prima organista e poi, succedendo a Sammartini col quale aveva a lungo collaborato, maestro in S. Gottardo, la cappella ducale, fino a riuscire ad aggiudicarsi nel 1787, l’anno del Don Giovanni mozartiano, l’ambita carica di maestro del Duomo come successore di Sarti. Mozart e Monza s’incontrarono nel corso del primo soggiorno a Milano del Salisburghese, tanto più che la Nitteti di Monza seguì il Mitridate, re di Ponto mozartiano nel cartellone del Regio Ducale del carnevale 1771: non è documentato ma altamente plausibile che Wolfgang e Leopold abbiano assistito a una recita dell’opera nei primissimi giorni di febbraio. Monza scomparve, come Cimarosa, nel primo anno del secolo nuovo.
Dividendosi tra le cantorie ecclesiastiche e i foyer teatrali, Monza realizzò un tesoretto di pagine strumentali, «Finalmente produsse alcune opere di musica da camera», è l’opportuna conclusione della voce dedicata al compositore, che «si distinse in ciascun genere di musica», nella Nuova teoria di musica ricavata dall’odierna pratica (Parma 1812) del milanese Carlo Gervasoni. A questo gruzzolo piccolo appartiene una dozzina di quartetti per archi. Sei uscirono a stampa nel 1782 a Londra come op. 2; ben undici sono custoditi presso il Fondo musicale dell’Archivio dei principi Borromeo all’Isola Bella. Di questi una serie di sei presenta una curiosa titolazione che li dichiara musica a programma: caratterizzazione che non si arresta al titolo generale del quartetto, ma è talvolta declinata nel dettaglio dei singoli tempi. Con la sola eccezione del Quartetto in si bemolle maggiore Divertimento noturno (sic) saranno suonati in prima esecuzione assoluta: è plausibile attendersi, sulla scorta della vasta esperienza teatrale del “Monzino” e del carattere vivace e imprevedibile del personaggio e della sua musica, notoriamente ricca di gestualità drammatica e scarti dinamici, che quest’ultima infonda, in un travaso dall’idioma impiegato in teatro, vita palpitante ai patemi d’animo del giocatore, alle allegre fatiche venatorie, alle traversie amorose di uomini e dèi.
25 luglio: posto unico 15 eur
Punti vendita: sul posto, secondo disponibilità, 40 minuti prima di ogni concerto; in sede presso la segreteria parrocchiale di S. Maria della Passione dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00; online (con diritto di prevendita): Circuito Vivaticket www.vivaticket.it
INFO – tel 02.76317176 e-mail mail@lacappellamusicale.com
PROGRAMMA
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto d’archi in sol maggiore K 80
(1756-1791) Adagio – Allegro – Minuetto – Rondò, Allegro
Carlo Monza Quartetto in fa maggiore “La fucina di vulcano”
(1735-1801) Vulcano nella fucina geloso di Venere Allegro –
Scende Venere, e lo Placa Andante grazioso –
Lo trasporta seco all’Olimpo Allegro non tanto
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto d’archi in do maggiore K 157
Allegro – Un poco adagio – Presto
Carlo Monza Quartetto in si bemolle maggiore “Il giuocatore”
Adagio – Allegro – La tristezza per la perdita Adagio –
Il giuocatore ravveduto Affettuoso
Quartetto in re maggiore “Opera in Musica”
Adagio – Allegro – Recitativo Allegro – Rondò Andante –
Allegro – Recitativo Adagio – Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto d’archi in sol maggiore K 156
Presto – Adagio – Tempo di minuetto
Carlo Monza Quartetto in mi bemolle maggiore “La caccia”
Allegro non tanto – Temporale – Unione de’ cacciatori
Allegro – Rondò de pastori frattanto che i cacciatori cenano Andante
Quartetto in do maggiore “Gli amanti rivali”
Gli amanti rivali in contrasto Largo – Allegro –
Si sfidano Recitativo – L’amante favorito muore Largo –
La disperazione delle donne amanti Allegro
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto d’archi in fa maggiore K 158
Allegro – Andante un poco allegretto – Tempo di minuetto
BIOGRAFIA
Europa Galante nasce nel 1990 dal desiderio del suo direttore artistico, Fabio Biondi, di fondare un gruppo strumentale italiano per le interpretazioni su strumenti d’epoca del grande repertorio barocco e classico. Da allora colleziona con le sue incisioni un’eccezionale lista di riconoscimenti internazionali e si esibisce nelle più importanti sale da concerto e teatri: Teatro alla Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia a Roma, Suntory Hall di Tokyo, Concertgebouw di Amsterdam, Royal Albert Hall di Londra, Lincoln Center di New York, Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, Sydney Opera House. Europa Galante si è impegnata particolarmente nel repertorio scarlattiano con numerosi oratori e opere come Massimo Puppieno, Il trionfo dell’onore, Carlo Re d’Alemagna e La principessa fedele. È stata presente a Venezia (La Fenice, 2006-2008) con Didone, Bajazet ed Ercole su’ l Termodonte di Vivaldi, e La virtù dei strali d’Amore. Mantenendo la sua posizione d’eccellenza nel repertorio barocco, l’ensemble ha intrapreso, dal 2001 con Norma al Festival Verdi, una lettura innovativa in chiave filologica anche del repertorio ottocentesco, eseguendo con strumenti originali opere quali Capuleti e Montecchi e Cenerentola di Rossini, Anna Bolena di Donizetti e Macbeth di Verdi. Nel 2002 Fabio Biondi ed Europa Galante hanno ottenuto il Premio Abbiati della critica musicale italiana per l’insieme dell’attività concertistica e per l’esecuzione de Il trionfo dell’onore. Nel 2004 hanno ricevuto il Premio Scanno per la musica per i meriti acquisiti dall’ensemble, diventato uno dei gruppi musicali più autorevole in campo internazionale. Di nuovo nel 2008 il gruppo, insieme alla Compagnia Colla, ha ricevuto il Premio speciale Abbiati per l’originalità e il pregio della riscoperta di Filemone e Bauci di Haydn (LXV Settimana Senese).
In questa stagione, Europa Galante sarà presente con le Suites di Bach in Italia, e con Ian Bostridge in un programma monteverdiano a Berlino, Mosca, Madrid e Vienna. Altri due grandi progetti sono Il ritorno d’Ulisse in patria alla Elbphilharmonie di Amburgo e due opere per il Festival Chopin di Varsavia: Flis di Stanislaw Moniuszko e Il corsaro di Verdi. Dopo un’importante discografia edita con Opus 111, Europa Galante ha collaborato con Virgin Classics, pubblicando numerosi dischi che ottengono regolarmente i massimi riconoscimenti. Oggi l’ensemble collabora con Glossa con cui ha pubblicato I Concerti dell’addio di Vivaldi (Diapason d’Or), l’opera Silla di Händel (dal vivo alla Konzerthaus di Vienna), nonché i duetti di Paganini violino e chitarra (Gramophone Editor’s choice, BBC chamber choice). Collabora anche con la Vivaldi Edition – Naïve con alcuni titoli vivaldiani, come il recente I Concerti di Boemia (star recording di The Strad).
Europa Galante risiede presso la Fondazione Teatro Due a Parma.
Violino Fabio Biondi
Violino Andrea Rognoni
Viola Stefano Marcocchi
Violoncello Alessandro Andriani
Nato a Palermo, Fabio Biondi ha iniziato la sua carriera internazionale molto giovane, spinto da una precoce curiosità culturale e musicale che lo ha portato a collaborare come primo violino con i più famosi ensemble specializzati nell’esecuzione di musica antica con strumenti originali: la Cappella Real, Musica Antiqua Vienna, Il Seminario Musicale, La Chapelle Royale e i Musiciens du Louvre. Nel 1990 ha fondato Europa Galante che, grazie a un’attività concertistica estesa in tutto il mondo e a un incredibile successo discografico, è divenuto rapidamente l’ensemble italiano specializzato in musica antica più famoso e più premiato in campo internazionale. Con Europa Galante, Biondi è invitato nei più importanti festival e nelle sale da concerto più famose del mondo: Teatro alla Scala di Milano, Accademia di Santa Cecilia a Roma, Suntory Hall di Tokyo, Concertgebouw di Amsterdam, Royal Albert Hall di Londra, Lincoln Center di New York, Théâtre des Champs-Élysées di Parigi, Sydney Opera House. Oggi, Fabio Biondi incarna il simbolo della perpetua ricerca di uno stile libero da condizionamenti dogmatici e interessato alla ricerca del linguaggio originale, collaborando come solista e direttore con orchestre quali: Accademia Nazionale di Santa Cecilia a Roma, Orchestra da Camera di Rotterdam, Opera di Nizza, Orchestra da Camera di Zurigo, Orchestra da Camera di Norvegia, Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, Mahler Chamber Orchestra, ecc.
È stato dal 2005 al 2015 direttore stabile per la musica antica della Sinfonica di Stavanger. Nel 2015 è stato nominato co-direttore musicale del Palau de les Arts Reina Sofía di Valencia dove ha diretto, nel 2017/18, la Petite messe solennelle di Rossini, La clemenza di Tito di Mozart e Il corsaro di Verdi, oltre a vari concerti. Nella stessa stagione ha anche diretto la Stuttgart Kammerorchester e l’Orchestre de chambre de Paris con cui ha un legame stabile come direttore ospite. Nel 2002, per l’insieme dell’attività concertistica e l’esecuzione de Il trionfo dell’onore al Festival Scarlatti di Palermo, l’Associazione Nazionale dei Critici Musicali ha assegnato il Premio Abbiati a Fabio Biondi ed Europa Galante. Di nuovo nel 2008 il gruppo, insieme alla Compagnia Colla, ha ricevuto il Premio speciale Abbiati per Filemone e Bauci, per l’originalità e il pregio della riscoperta, che ha restituito il pieno splendore strumentale e vocale a questo lavoro di Haydn. Dal 2011 Fabio Biondi è Accademico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.