Il palcoscenico è il Parlamento, ma non va in scena un atto comico, purtroppo

Attualità

Tutto e di più. Di tutto e di più i 5 Stelle sono capaci per continuare a gridare gli stessi slogan stando al Governo per negarne la stessa legittimità non facendo che opporsi alle proposte dell’altra metà (ora molto più della metà!!!) della maggioranza. Portato alle estreme conseguenze il giuoco del Governo “ad opposizione interna”, sono giunti a non capirci più nulla anche loro, come il Comico (patentato) che, per essere coerente con il suo ruolo dovrebbe lanciare i suoi mitici “vaffa…” contro sé stesso e contro i suoi. Il Governo entra in aula. La maggioranza della maggioranza esce per protesta. Un gesto che una volta significava disconoscere la stessa funzione di un governo, ma che ora, come ha spiegato il Vicepremier degli “uscenti” (ma ben abbarbicati ai loro seggi) sono solo decisi a far finta di esprimere lo “stato d’animo” di fronte a contraddizioni etc. etc.). Insomma con gesti estremi del genere ci si scherza. Che cosa sia successo ieri in Parlamento non è chiaro, anzi è chiaro che non si capisce che cosa sia successo. I giornali anche nei loro titoli, danno interpetrazioni opposte. Il caos è completo e supera i limiti dell’immaginabile. Peccato. Peccato che non sia un lavoro teatrale, la sceneggiatura di un film comico. Nossignori è la realtà di questo nostro povero Paese.

Una cosa solo è ieri emersa in modo da essere comprensibile anche per quelli più coerenti sul non volerne prendere atto. I Cinque Stelle ma non solo loro, pur di non essere mandati a casa da nuove elezioni sono capaci di tutto. Sopportano tutto e si infuriano e protestano contro quello stesso tutto. Persino Conte ha capito che, spettando a lui rassegnare le dimissioni del Governo, è oggi, l’uomo più potente d’Italia, saldo sulla sua maggioranza (sì, anche su quella rappresentata dalla Lega) e anche sulle cosiddette opposizioni. Semmai un certo indebolimento di Conte e del suo governo potrebbe essere rappresentato dal fatto “che, se so’ fatti scorge”, come si dice a Roma. Ormai è chiaro che anche al Bar dello Sport che i chiacchieroni andati a sedere sulle poltrone del governo non riescono a cavarsela. Che ognuna che ne pensano una in più che gli si rompe tra le mani. Pian piano la gente comincia a capire che non è facendo il tifo per Giggino e per Matteo che si salva il Paese. Resta la delusione, il dispiacere che non si sia trattato del copione di uno spettacolo comico. Chi sa che ci sarebbe scappato un bell’Oscar.

Mauro Mellini

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