Gli immigrati diventano opposizione, rivolta. “Insieme”, la parolina che unisce volontà, rabbia, violenza. Un insieme che può diventare numeroso, se necessario. Ed esprime un “voglio” perentorio, egocentrico, non discutibile o trattabile. A questo è servita la benevolenza di un’accoglienza indiscriminata, con feste, celebrazioni in tavolate da Guinness? Due episodi inqualificabili dichiarano unità di intenti e nessuna realistica gratitudine:
Piazza Duca d’Aosta, luogo indicativo per segnalare degrado, spaccio, furti, in balia completa degli extracomunitari, spesso irregolari, spesso pregiudicati, arrivati con i barconi. I bivacchi e quel bighellonare in attesa che il tempo passi, hanno la spavalderia degli impuniti, che spesso utilizzano lo spazio anche come latrina. E l’igiene, il decoro non rientrano nelle loro abitudini. La cronaca racconta che, all’arrivo dei netturbini, gli immigrati si uniscono, non vogliono le pulizie e cacciano gli operatori ecologici. Evidentemente ci sguazzano, nel degrado. Commenta Il Giornale “Dopo che gli operatori ecologici hanno chiamato le forze dell’ordine, due ribelli sono stati denunciati e uno invece è stato arrestatoperché in possesso di 16 grammi di marijuana. “Ormai non c’è più da stupirsi di nulla nella Milano amministrata dal Partito Democratico: hanno riempito la città di clandestini, organizzando per loro marce pro accoglienza e tavolate multietniche, e questi sono i risultati”, il commento di Silvia Sardone, che ha denunciato il fatto.
Ma il secondo episodio di rivolta ha conseguenze gravi: due agenti in ospedale, racconta Milano Today. Un’ambulanza è entrata nel centro per aiutare un migrante di 19 anni che si era sentito male dopo lo scoppio di un incendio. Dalle prime indagini sembrerebbe che un corto circuito abbia generato il divampare delle fiamme all’interno della stanza in cui si trovava il 19enne. I sanitari del 118 hanno quindi immediatamente avvertito i vigili del fuoco che, giunti sul posto, hanno visto due giovani che cercavano di portare fuori il giovane spaccando le finestre della stanza. Poco dopo uno degli immigrati del centro avrebbe lanciato dei sassi contro il camion dei vigili del fuoco. Due agenti di una volante che si trovavano sul posto lo hanno subito ammanettato, ma una cinquantina di immigrati li ha accerchiati per difendere l’arrestato. L‘aggressione è terminata solo dopo l’intervento di altre volanti e dei carabinieri e 7 persone (3 gambiani, 2 senegalesi, un maliano e un immigrato della Costa d’Avorio) sono state arrestate per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato. Otto persone sono finite al pronto soccorso del Niguarda perché intossicate. Il centro è stato chiuso dai vigli e 45 immigrati ora si trovano nella ex caserma Mancini di via Corelli . Il sindacato di Polizia reagisce legittimamente in una nota “… In 70 casi su 94, l’aggressore è un cittadino straniero che tenta di eludere un controllo o è sotto effetto di stupefacenti. È la conta dei nostri feriti che non interessa a nessuno ma interessa a noi e alle nostre famiglie. Anche un poliziotto ha il sacrosanto diritto di tornare a casa sano e salvo e a chi dice che questo è il nostro lavoro, rispondiamo che l’aver scelto un lavoro rischioso non legittima la violenza gratuita nei nostri confronti”.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano