L’Italia in Crisi: l’ammutinamento contro il Capitano

Attualità

In questa serie di articoli vogliamo darvi una visione per quanto possibile chiara di quanto è successo e, con un po’ di fortuna, di quanto accadrà. Un’avvertenza, per quanto riguarda il futuro: le previsioni scadono con cadenza di dodici ore. Quello che è valido la mattina, raramente ammirerà il tramonto. Questa sarà una versione ridotta, dovuto alla cronaca. Ieri è stato un pas-à-deux tra Salvini e conte. Ma è stato uno scambio netto, che darà una svolta in vista di Martedì.

Salvini ed i suoi

Spero mi concederete un paio di sospetti sul fatto che, una volta sbarcati, 8 su 27 dei minori si siano dichiarati maggiorenni. Fa più o meno il paio con la diagnosi a distanza che vedeva dodici su tredici degli sbarcati dell’altro giorno come sani. Qui delle due l’una, o dalla nave stanno facendo fessi tutti o a terra qualcosa non funziona. In ogni caso, torniamo alla politica. Lo sbarco dei minori, richiesto perentoriamente da Conte, è una delle tante retromarce del Capitano. Ma stavolta ha un peso molto diverso. È un problema grave, perché fa capire chi ha il potere. Nello svolgimento folle di una crisi in cui c’è la sfiducia, ma manca la mozione, manca il governo, ma ci sono i ministri, anche queste cose pesano. E gli altri attori in commedia lo sanno.

Di Maio ed i suoi

I Cinque Stelle sono serafici. Hanno due opzioni per continuare la legislatura. Possono vendicarsi di Salvini facendolo finire alla sbarra. E persino in galera. Chi sta meglio di loro? La procura di trapani ha già aperto la solita indagine per sequestro di persona. Che stavolta potrebbe finire molto diversamente dalla Diciotti. Per cui, come finirà, lo vedremo. Quello che è certo oggi è che il colpo di mano di Salvini è definitamente fallito. Ed il Capitano è pericolosamente in crisi di amici.

Il PD

Zingaretti è piuttosto nervoso, perché l’accordo che non vuole potrebbe addirittura, e la cosa lo spaventa molto, non nascere. Nel qual caso Matteo uno ha la mannaia pronta. Il problema è che l’alternativa, cioè la nascita di un governo Giallorosso lo vede come mediatore con le truppe in mano a Renzi. E questo è forse peggio. Togliamo pure il forse. Quindi la sua posizione è sempre meno stabile. E l’unica speranza che ha per uscirne pulito è che Salvini straoffra per tornare indietro. Speranza non infondata, sia chiaro. Solo di dubbia dignità.

Conte

Conte ha le lettere contate. Qualsiasi sia il futuro del Movimento, lui il premier non lo farà più. Quindi ha puntato il cannone e sta sparando a raffica contro il Capitano. Se deve morire vuol farlo in grande stile. Ed ha anche ragione, da un certo punto di vista. Evidentemente non crede nell’accordo tra Salvini e Di Maio. Io non sarei così pessimista, ma lui ne sa sicuramente di più

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