Parole, parole, parole…e con obiettività parole di avvicinamento ai Dem, quelle di Di Maio.
La poltrona, prima di tutto. Basta declamare con proprietà di linguaggio un sogno con la Fata Turchina e il gioco è fatto. Paragone, uomo rappresentativo dei grillini, scrive “Più li sento parlare e più avverto quel solito senso di spocchia e di superiorità che mal sopporto… Sanno sempre tutto loro: ora dovete cambiare, dovete fare quello che vi diciamo noi e vedrete che alla fine entrerete nel club dei buoni, dei bravi… Quindi quando dicevamo che avevano creato povertà e distrutto il ceto medio scherzavamo? Io no, sia chiaro”. E forse anche molti elettori la pensano come lui, considerata la falsità e l’ipocrisia dell’inciucio.
Olga Molinari