Social street per dire nuove sedi del PD e se non condividi…stai zitto

Milano

Social street per dare un vestito smart, in una città smart, a un luogo che gronda vecchiume e omologazione di pensiero. Il comune trionfalmente annuncia “Il Comune ha creato un registro che riconosce i gruppi informali come le social street e ne sostiene la funzione attiva nella partecipazione responsabile dei cittadini».

Dove sono finiti i comitati di quartiere proiettati e avvinti da un’ideologia ecologica senza capo né coda da Milly Moratti ai tempi di Pisapia? Ma questa è una domanda abbastanza stupida. La realtà è che la sinistra tutta ha sempre ottenuto sedi e contributi per iniziative politiche, fucine di dibattiti politici, luoghi di incontri e propaganda. Ora si costata che anche le social street sono rosse che più rosse non si può. Sono bravi, loro, con le parole a far vedere solidarietà pelosa, vicinanza aggregativa e similari, ma il DNA è sempre lo stesso. Avevo una piccola associazione di volontariato per anziani in zona Bicocca, accerchiata da centri più o meno culturali di sinistra, attivi nel coinvolgere, nel convincere. Mi hanno lasciato vivere 20 anni, controllando da lontano le nostre attività, ma niente politica era la loro regola, niente manifestini. E intanto squadernavano le loro iniziative, quasi fosse un abituale comportamento. Al Municipio 3, relaziona Il Giornale i consiglieri di opposizione Cagnolati e Cosenza hanno le stesse idee «Qui non si parla di politica, soprattutto se non sei di sinistra….Queste social street dovrebbero essere aperte a tutti – riflette Rita Cosenza, da anni consigliera municipale, oggi della Lega – Ora io non so chi e dove abbia stabilito le regole, ma pare che una delle regole sia che non si deve parlare di politica. Potrebbe anche andarmi bene per quanto improbabile, visto che significherebbe parlare solo di cose futili, chiavi smarrite o gattini. Però la mia impressione è che di politica non possiamo parlare noi, e gli altri sì».

E’ veramente la storia della spocchia di un pensiero unico dominante che conosciamo. Per fortuna esistono i comitati che pensano, criticano, sono vivi. E ringrazio che ci sia Facebook, anche se le  loro istanze rimangono per ora lettera morta.

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