Preparate i referendum, anziché litigare. Gentili amici del vecchio e del nuovo centrodestra (non nel senso di Ncd, il buon Dio ce ne scampi), vedo che alcuni di voi, mentre nasce il mostriciattolo del governo rossorosso (altro che giallorosso), perdono più tempo a beccarsi reciprocamente che a concepire una strategia di opposizione. E invece un orizzonte serve. Non basterà dire che gli altri sono poco democratici (certo che lo sono!), visto che un’altra volta stanno aggirando le urne; non basterà dire che sono ipnotizzati dalle poltrone (di nuovo: certo che lo sono!), chi per abitudine antica (il Pd) chi per recente benessere (i pentastellati).
Indubbiamente, un grande aiuto all’opposizione verrà dalle risse quotidiane interne alla nuova maggioranza, dalle misure sbagliate che concepiranno, e da quella sequenza di elezioni regionali che, per il governo rossorosso, può trasformarsi in una via crucis. Ma serve qualcosa di più “lungo” per attraversare la stagione dell’opposizione. E forse vale la pena di disseppellire lo strumento del referendum abrogativo, preparandosi a travolgere con un mare di firme le eventuali leggi sbagliate che verranno varate nei prossimi mesi.
Un esempio che renda tutto più chiaro? Non appena sarà approvata la legge che cancellerà o riscriverà i decreti sicurezza e le politiche sull’immigrazione, ci si presenti in Corte di Cassazione con un quesito referendario abrogativo, e si raccolgano (basteranno tre giorni, altro che i tre mesi prescritti dalla legge) le 500 mila firme per indire un referendum. A quel punto, la primavera successiva, sarà matematico andare al voto: o su quel referendum, o alle politiche, se, come tante volte è capitato nella storia repubblicana, qualcuno preferirà sciogliere le Camere anziché farsi massacrare nel referendum. Più in generale, serve articolare almeno su tre piani la campagna di opposizione.
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Parteciperò certamente al referendum, unica ultima speranza, anche se, cinismo, malaffare e corruzione sono tali ora in Italia che vi è da aspettarsi di tutto e di più. Ciò che sta succedendo è tutto uno schifo intollerabile.