Rabaiotti guarda ai Custodi Sociali voluti dal centrodestra, come gestione del sociale “innovativa”

Milano

Gabriele Rabaiotti non è Majorino e pare abbia un’attenzione e una visione che parte dalla realtà. Ha in mano il welfare da gestire, sul tavolo le problematiche delle periferie, la voce di chi attende da troppo tempo. Ha rilasciato un’intervista a Il Giorno, parlando dei servizi territoriali che vanno potenziati, di ristrutturare le case popolari possibilmente in collaborazione con la Regione, di servizi domiciliari e sociali e sette laboratori di quartiere. Un progetto pragmatico di soluzioni quotidiane per persone dai bisogni quotidiani, ma complesso da realizzare in un anno e mezzo. Partendo, dice, dall’esistente e individua nei “custodi sociali” la priorità per avvicinare il cittadino alle istituzioni. Ma chi ha valorizzato i custodi sociali da Pisapia ad oggi? Una iniziativa fortemente sostenuta dal Centrodestra, si è poi svilita e ha perso forza e interrelazione con Majorino e Pisapia. Già nel 2015 Tiziana Maiolo faceva notare “Improvvisamente, dopo quattro anni, a Milano l’assessore Majorino, scopre gli anziani. E istituisce, IN UN SOLO CONDOMINIO, la badante “collettiva”. Ma guarda un po’! Noi avevamo istituito i “custodi sociali” in TUTTE le case popolari per l’aiuto agli anziani. La sinistra non sa neanche copiare, come dimostra Renzi, che tenta di scopiazzare Berlusconi sulle tasse.” E da allora i bandi per diventare custode sociale venivano vinti da una cooperativa soprattutto di romeni. Gente anche volenterosa, che doveva imparare la lingua, dotata di una vettura in ogni centro per accompagnare gli utenti a fare le analisi, insufficienti come numero. Potrei dire, per esperienza personale. Ma quando è nata la figura del custode sociale-sanitario da un’intuizione del dott. Sirchia ben altre erano le competenze affidate. Poi una semplificazione si è prodotta nel tempo, ma i temi che dovrebbero essere essenziali, sono spesso disattesi. “Si caratterizzano – afferma -i luoghi della Cultura, come modello di gestione innovativo, con caratteristiche tipiche della progettazione sociale con metodo di ricerca intervento, attenti, cioè, non solo ad effettuare azioni di sostegno e supporto agli utenti raggiunti, ma anche a ciò che si incontra e si sperimenta, rielaborando i dati raccolti e le esperienze vissute.”

Non sarà facile per l’assessore Rabaiotti integrare l’esistente con finalità utili perché il servizio sia costruttivo.

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