Con il voto su Rousseau si chiude la crisi più pazza del mondo. Aperta da uno che aveva l’Italia in mano e chiuda da uno che pareva un burattino. Così vanno le cose nel mondo. Parti per andare a suonare e torni suonato. Ma oltre a queste due figure, chi vince? Chi ci rimette? Facciamo un’ultima rassegna di sommersi e salvati.
Perdenti
Salvini
Non può che essere lui il primo. Pensava di poter chiduere la pratica di governo con un tour trionfale sulle spiagge d’Italia. Ha aperto una crisi lampo dal Papeete. Ed è riuscito nel miracolo. No, non ha chiuso un governo tre anni prima che i Parlamentari maturassero le pensioni. Ma ha comunque creato dal nulla la più improbabile delle alleanze: quella tra il Partito dei Vaffa e quello di Bibbiano. Un genio. Davvero. Non vedo cosa potrebbe andare male facendogli gestire il centrodestra.
Di Maio
Tira la corda fino all’ultimo, ma, come scritto su questo giornale, il Governo poteva nascere solo con un suo sacrificio. Ma siccome non è Renzi, non capisce che il posto giusto era fuori dal Governo a minacciarlo. Si fa incantare dal bubbolino ed accetta la difesa. Un ministero trappola, in cui diventerà un bersaglio mobile per i prossimi tre anni. Questo è il problema di ricoprire certe cariche a 35 anni.
Il popolo Leghista
Non hanno capito nulla della crisi, ma si sentono defraudati. Di cosa non è chiarissimo, ma è certo che il Capitano oggi doveva essere al potere. E non c’è. Quindi ci deve essere stata una congiura. Di chi, non si sa. O meglio, sta passando la narrativa che, siccome era impossibile questo governo in questi tempi, allora doveva esserci una trattativa già avviata. No, non è così. La politica è l’arte del possibile a seconda delle condizioni. Salvini ha messo le condizioni. Il governo che non doveva essere, nascerà. Fine. Adesso una riflessione sull’odio contro Forza Italia la vogliamo far fare? No, eh?
Vincenti
Giuseppe Conte
Un altro dei grandi miracoli di Salvini in questa crisi. Da vice dei suoi vice a signore della scena politica. Fa, disfa, è il centro della ragnatela di rapporti politici nazionali ed internazionali. L’avvocato col curriculum imbellettato come un ventenne qualsiasi. Il notabile. Divenuto mattatore, implacabile boia del miglior politico Italiano (vabbeh). Dal discorso in Senato all’abolizione dei vicepremier lui è la storia. E questo dovrebbe farci riflettere sulla pochezza attuale della classe politica.
Matteo Renzi
Il matteo sbagliato, ma sicuramente quello furbo. È la scintilla che innesca la reazione. Quello che Salvini ha ignorato, andando a chiudere l’accordo con Zingaretti. Partendo dalla buffa idea che abbia ragione Candy Candy Forza Napoli e che sia finito politicamente. Giravolta. Plissé. E diventa padre nobile di un governo che può uccidere quando vuole. Mani libere, idee chiare ed un popolo che comunque lo odiava prima, che lo odi pure ora. Resta, fa male dirlo, il migliore politico in Senato.
I nostri conti pubblici, per ora
Non è una cosa definitiva, ovviamente, però lo spread è in picchiata. La UE è pronta ad aprire i cordoni della borsa. Il cappio che abbiamo perennemente attorno al collo si allenta. Per il popolo verde è segno che ci siamo svenduti al boia. Sarà. Ma il tentavi di fare bungee jumping con il laccio legato al collo ipotizzato da Salvini, a me personalmente, pareva comunque una pessima idea. Non so a voi.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,