Da Milano a Brescia, la Lombardia in inverno ha un problema. Un problema di respirabilità dell’aria che coinvolge tutta la pianura Padana. Abitarci costa, almeno, un anno di vita in meno. Finora la soluzione sono stati i blocchi per le macchine. In particolare a Milano si è colpito con durezza, istituendo la ZTL più estesa d’Europa. Senza, finora, grossi risultati. A livello nazionale stiamo rischiando, ad oggi, una soluzione potenzialmente peggiore del problema. La politica, che questi fenomeni dovrebbe governarli, come sta reagendo?
In un convegno tenutosi in Snam per approfondire la mobilità sostenibile abbiamo raccolto la dichiarazione del Consigliere Regionale di Forza Italia Gabriele Barucco:
“La politica deve avere l’umiltà di ascoltare. Ascoltare la scienza, le esigenze del territorio e trovare una sintesi. Nel dibattito tra le tecnologie esistenti, bisogna avere un approccio laico. Non scegliere quello che va di moda. E ricordare che, se l’elettrico oggi ha così tanta pubblicità, desertificare il nostro territorio industriale (come il distretto automotive di Brescia) non porterà vantaggi a nessuno. Quindi, nella transizione, l’approccio giusto è quello bilanciato. Anche nella concessione di incentivi, al contrario di quello che ha fatto il governo precedente, dove i Grillini hanno puntato tutto e solo sull’elettrico”.
Già, le auto elettriche. L’Italia, per motivi legati probabilmente all’effetto lobbistico, si è innamorata dell’elettrico. Questo risponde alla curiosa logica per cui le emissioni inquinanti avvengano solo dal tubo di scappamento. Ed è falso. Ce ne sono molte altre: dalla produzione allo smaltimento. Ma, in particolare per l’elettrico, il vero colpevole è il produttore di energia: le centrali a carbone. In Europa circa il 28% dell’energia è prodotto con quel combustibile fossile. Oltre al fatto che la produzione delle batterie richiede terre rare ed è altamente inquinante. Quindi no, l’elettrico non è la panacea universale.
Esistono altre soluzioni, a breve termine? Sì, per la verità. Costano decisamente meno, ormai consentono di installare anche nei condomini i distributori e affrontano il problema in maniera decisamente conveniente. E siamo i primi in Europa come rete di distribuzione. Parliamo di metano. Il metano emette il 30% di polveri sottili rispetto a benzina e diesel. Ed il 21% in meno di CO2 rispetto alla benzina. Ad Agosto, non a caso, c’è stato un picco di immatricolazioni del 34%. Solo che, oggi, di questa tecnologia non si parla più. O se ne parla molto poco. Come mai? Forse perché, a differenza delle batterie delle auto elettriche, la Cina non è coinvolta nella produzione?
Ricapitolando: si avvicina l’inverno, quando calerà una cappa grigia sulle nostre città. Il governo mette un green new deal come prima priorità della sua azione. Cosa possiamo fare nel nostro piccolo per rendere più sostenibile la mobilità? Di sicuro diffidare di chi dice che l’elettrico non inquina, visto che alimentare le auto col fotovoltaico è più leggenda che realtà. E mettere a fattore tutta la vita del veicolo. Senza partigianerie e senza allarmismi infondati. E magari, se il 68% del parco auto a metano circolante in Europa è in Italia, forse affidarci alla saggezza dell’Italiano medio, invece che alla voglia di guadagno di Elon Musk e della Tesla.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,