In Umbria resuscita il bipolarismo

Attualità

Non c’è nulla che possa risolvere in maniera più efficace l’antipolitica di qualche anno di governo. Le asperità di appianano, le montagne si spianano e le valli si riempiono. I ragazzi meravigliosi abbracciano il sistema. Ed il sistema vive felice e contento, mutando con la velocità consueta. In Umbria avremo la prima edizione della nuova guerra tra poli. Il primo era già in campo ed era l’usato sicuro: il centrodestra, per quanto a trazione Leghista. Era non è un errore. Sconta il fatto che tutto cambia molto velocemente. Dall’altra parte la prospettiva più concreta è una coalizione di civiche. Sancendo a sinistra la scissione della catena di valore che dall’ultimo dei militanti porta al Segretario.

È una piccola rivoluzione, che rischia di avere ripercussioni enormi. Forse non molti di voi ricorderanno che una cosa del genere contribuì alle difficoltà del PDL. FI aveva una struttura simile a quella che si va formando a sinistra. Fino al Regionale era una realtà di territorio. Dopo erano affari di Berlusconi. An, invece, aveva catene che collegavano l’ultimo degli iscritti a Fini. Come si vede, ancora una volta, Berlusconi era molto più avanti della sua epoca.

La Lega oggi è sul modello An, come anche FdI. 5 Stelle e PD si avviano a modificare la propria struttura in maniera permanente. E probabilmente vincente. Perché schiveranno le critiche sull’alto, concentrando l’attenzione su quello che un paese vecchi, imbolsito e scettico sul futuro vuole: il tombino, il marciapiede e la tangenziale.

Ed ancora una volta, la parte moderata della coalizione di centrodestra è più avanti dell’altra. Noi el civiche le abbiamo sempre fatte e coltivate. Abbiamo sofferto a livello nazionale, certo, ma sui territori ci siamo reinventati. Magari fuori dai partiti, certo, ma tra la gente. Ecco perché, se qualcuno pensa che il futuro sia verde nero, secondo me si illude. Se in Umbria, poi in Emilia ed infine magari anche in Calabria perderemo, sarà il caso di prenderne atto: il Capitano senza una ciurma larga e variegata vince a Varese, ma non in tutta Italia.

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