Rancorosa, urlante, ringhiante. Cosa succede alla sinistra che dovrebbe, sulla carta, ereditare quel mondo che i sovranisti si stanno facendo sfuggire dalle mani? Nulla di buono, se lo chiedete a me. Ed il volto migliore ad incarnarla, spiace dirlo, è quello di Greta. Distorto da una rabbia senza alcun senso, spinta alle lacrime da una pressione inumana, è un grande atto di accusa. Ma non al capitalismo. O al liberismo. Ma alla strisciante follia che sta possedendo la sinistra globale. Prima riflessione, non la chiamerò globalista. È una etichetta datale dagli avversari politici, talvolta anche ingenerosa.
Il punto è che, a differenza dei sovranismi, così diversi e talvolta incapaci di comunicare (Orban non ama affatto Salvini, checché se ne possa pensare), è perfettamente sincrona. Un’idiozia prodotta da Alexandra Ocasio Cortez può diventare finanziaria in Italia. Una canzone francamente demodé come Bella Ciao dall’Italia può volare in Spagna.
È il grande balletto delle balene rosse. Eternamente ad un passo dall’estinzione. Ma sempre pronte a tornare a minacciare i capitani Achab di ieri e di oggi. Oggi questi leviatani si comportano, però, più come pirahan. E la cosa è inquietante. In Inghilterra Corbyn, dopo una vita di posizioni assurde, da Chavez ai palestinesi, si rifiuta di impedire il disastro di una No Deal Brexit. In una cinica logica del tanto peggio, tanto meglio che presuppone un governo di vendetta successivo alla sconfitta dei Tories.
Negli Usa, ad un anno dalle presidenziali, Nancy Pelosi si piega alla follia dei socialistia Americani della Cortez e inizia la procedura di impeachment di Trump. Regalandogli un fantastico assist per le elezioni. E pace se i dem perderanno le elezioni, la vittoria è secondaria all’appagamento della sete di sangue.
In Brasile la sinistra vuole farsi espropriare la Foresta Amazzonica. Così, de botto, senza senso. Da noi, fallito il tentativo di tassare i bambini, siamo passati al togliergli i soldi di tasca. Sempre meno contante. Il buondì, se proprio lo volete, ve lo pagherete con la carta di credito. In entrambi i casi, a tutta evidenza, il problema non è di natura economica. Ma psicologica. Si vuole distruggere il distruggibile. In una furia ideologica che farà terra bruciata.
E torniamo a Greta. Il cui piano, quando urla “ma come fate a pensare ai soldi?”, è il suicidio dell’Occidente. Siamo piagati da un senso di colpa che chiede di essere espiato con il fuoco. Ed allora che crolli l’economia, come in UK. Che venga meno qualsiasi alternativa pacifica a Trump, così da lasciar spazio alle violenze di piazza, come in Usa. Si amputi il paese, così continueremo a comandare a prescindere dalle urne, chiede la sinistra Carioca. Distruggiamo quello che resta dell’economia informale, che ancora sostiene il paese, propongono i giallorossi.
Tutto in funzione del suicidio dell’Occidente, il leit motiv della sinistra globale. Sia attraverso l’ecologismo, l’odio della natalità, l’immigrazione vissuta come palingenesi, non è rilevante. Alla sinistra non frega nulla dell’ambiente, delle donne o degli immigrati. Sanno solo che non vinceranno mai la guerra delle coscienze. Quindi va distrutto tutto. Come gli amanti gelosi. Come i femminicidi. Ecco, la sinistra globale è il più grande femminicidio della storia del mondo. Ed a farne le spese sarà la più prospera, evoluta e solidale delle creazioni umane. Fermarli è o non è un’esigenza storica, secondo voi?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,