In Italia è legale il suicidio assistito dopo la sentenza di ieri della Corte Costituzionale? Domanda non semplice. Ma anche estremamente affascinante, perché si è consumato uno scontro di poteri, visioni del diritto e dello stato non da poco. Vediamo nel dettaglio.
Prima di tutto, nel piano pratico, cosa è successo? Il tribunale di Milano aveva chiesto se l’articolo 580, omicidio del consenziente, andasse sempre applicato. Questa fattispecie prevede una pena ridotta se la vittima è d’accordo nel farsi uccidere, ovviamente. Primo elemento importante: la Corte non ha depenalizzato la condotta. Ovvero: se uno vuole morire e chiede di essere ucciso non va SEMPRE considerato lecito farlo. È una condizione importante. Ad esempio: il malato terminale di cancro NON può essere soppresso su richiesta.
Lo dice Avvenire? Lo dice il Secolo d’Italia? Niente affatto, lo dice un’intervista di Repubblica al
costituzionalista Massimo Luciani. I requisiti, da quanto si apprende sono quattro:
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Situazione irreversibile (malattia incurabile? Intrattabile? Lo scopriremo dalle motivazioni)
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Paziente che per sopravvivere ha bisogno di un supporto vitale (solo ossigeno? Anche alimentazione parenterale?)
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Piena capacità di intendere e volere (come si integra questa fattispecie con le Dichiarazioni Anticipate di Trattamento?)
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Richiesta esplicita (con quali formalità? Basta la prova per testimoni?)
Quindi la sentenza non ha aperto all’eutanasia. E, checché ne dica Repubblica, ad oggi, non ha scagionato nessuno. Ci sono molte circostanze che andranno valutate in tribunale. Quindi no, Cappato non ha vinto. E fin qui è cronaca.
La parte interessante come rapporto con lo Stato di diritto è la scelta di emendare il codice penale con una scelta che, stando alla Corte stessa, sarebbe appartenuta al Legislatore. Decidendo, una volta e per tutta, che la divisione dei poteri è un concetto Ottocentesco. Di fondo, in Italia si ratifica l’esistenza di una terza Camera, che non solo ha potere di veto, ma può anche ritagliare le leggi.
E dobbiamo capirci, se in altri casi si poteva affermare che l’evoluzione del diritto aveva sorpassato i pensieri dei costituenti, questo caso è diverso. Il reato preesiste alla Costituzione. E’ esistito per 70 anni senza sollevare problemi. I supporti vitali idem (si pensi al polmone d’acciaio per i malati di poliomielite).
Quindi non c’è alcuna novità. Si potrebbe pensare che sia cambiata la sensibilità popolare. Ma questo argomento fu sdegnosamente rifiutato quando venne rifiutata la possibilità di fare un referendum per la reintroduzione della pena di morte.
In sostanza, si possono ammazzare gli ammalati, ma non i colpevoli. Così è, se vi pare.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,