Rogoredo e quel boschetto-vergogna, rivede la possibilità reale di una rinascita. Il progetto dopo un anno dà risultati tangibili. Qui ogni giorno, notte e giorno, al passo con i ritmi dello spaccio di eroina, sono mobilitati in via Orwell la Croce Rossa, con gli operatori socio sanitari (soccorritori e infermieri), gli operatori socioeducativi di Comunità Nuova, Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione e di Ats Milano. Sempre pronti, sempre allertati. Ma anche il personale dello Smi (servizi per le dipendenze privati e accreditati) e con gli operatori di Dianova di Ombretta Garavaglia. Le presenze si sono dimezzate, passando da circa 600 persone al giorno a poco meno di 300, e non si vedono più i minori. In via Orwell l’attività di riduzione del danno è iniziata con la distribuzione dei kit di profilassi. Pazienti e operatori, pare, si conoscono tutti. I campi sono stati ripuliti da Italia Nostra. E quel ritmo di pendolari senza pace, ancora sopravvive. Simone Feder, un volontario racconta “….Una giovane ragazza a terra con il viso rivolto al cielo e gli occhi sbarrati. Si era da poco iniettata cocaina nella vena del collo e subito dopo sono iniziate convulsioni continue. Quando vedi la vita scappare davanti agli occhi non puoi restare indifferente! Non sapevamo che fare ma qualcosa dovevamo fare… l’abbiamo alzata da terra e mentre la guardavamo si è un po’ ripresa… il cuore sembrava scoppiare mentre quegli occhi da bambina mi guardavano attoniti.Nonostante l’intervento tempestivo degli operatori del 118 che hanno monitorato i parametri (170 le pulsazioni con pressione 100 minima e 170 max) non ha voluto farsi accompagnare in ospedale.19 anni da poco compiuti, sola nella sua disperazione, alle prese ogni sera con una roulette russa mortale” Un episodio, una testimonianza. La riconoscenza di chi è tornata alla vita è espressa con semplicità “E’ difficile ma oggi posso dire che tutta quella fatica, quei giorni brutti, quel dolore… cavolo se ne valeva la pena!. Ho riscoperto la bellezza della normalità, bellezza che da anni non vedevo più da nessuna parte. Oggi sono convinta di una cosa, non ho smesso per me, quello è venuto dopo. Ho smesso per l’amore verso mia madre, ho dovuto scegliere tra lei e la droga e ho scelto lei. Sta tutto nello scoprire cosa si ama davvero, perchè quando si ama si ha la forza di sconfiggere tutto…anche l’eroina!”
Alle Groane parte un piano ad hoc contro l’emergenza droga, sulla scorta del modello già adottato per il boschetto di Rogoredo. L’intervento è coordinato dal prefetto di Monza, Patrizia Palmisani.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano
Alla fine Rogoredo e tornato come sempre…dove pensavo che andavano…in piazza Duomo? Nn si risolve con due mesi di controlli…