Boeri e Cottarelli in Bocconi: governo poco coraggioso, erano necessarie più tasse

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Si è tenuta giovedì scorso (3 Ottobre) alle 18.00 una conferenza all’Università Bocconi, organizzata dall’associazione degli studenti bocconiani liberali-Milton Friedman Society, dedicata al controverso tema della spesa pubblica in Italia. All’incontro erano presenti tra gli altri, il professor Cottarelli, direttore dell’osservatorio sui conti pubblici italiani, Tito Boeri, ex presidente dell’INPS.

Il professor Cottarelli ritiene che la manovra economica non sia stata sufficientemente coraggiosa. Il governo giallo-verde- spiega Cottarelli- aveva dichiaratamente aumentato il deficit pubblico, i risultati sono stati disastrosi perché non solo è salito lo spread, ma sono diminuiti i consumi e l’occupazione, inoltre la previsione del governo di una crescita dell’1.5% è stata disattesa.

Concetto tanto caro al professore è l’avanzo primario, cioè la differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi. L’avanzo primario ci permette di pagare gli interessi sul debito pubblico e quindi progressivamente di ridurlo. Il governo Monti lo aveva portato al 2.3%, mentre con gli altri esecutivi è progressivamente calato, tant’è che per il prossimo anno è previsto all’1.1%, nonostante l’economia si stesse riprendendo ed avendopreso l’impegno con l’Europa di portarlo al 3.5%. Cottarelli ritiene che il governo attuale si accontenta di un piccolo recupero: <<Tutto sommato è stata fatta una manovra espansiva perché è stata confermata la spesa precedente. Si è preferito mantenere lo status quo, arrendendosi al debito pubblico che non scenderà>>.

Molto critico anche l’ex presidente INPS che se la prende con la quota 100, in quanto: <<Al di là dei costi, crea delle iniquità pazzesche, causando enormi differenti trattamenti previdenziali tra pensionati. La ribellione alla Fornero doveva esserci prima. Si doveva aggiustare, cosa che non è stata fatta. Adesso togliere quota 100, che è in prova per tre anni, sarà molto complicato per i successivi governi>>. Prosegue il dottor Boeri:  <<Non c’è stato il coraggio di intervenire sull’IVA, di attuare un’economia espansiva attraverso la rimodulazione del prelievo fiscale, aumentando la tassazione indiretta e togliendo la pressione fiscale sul lavoro. Infatti ci sono tanti beni ad IVA agevolata, pensiamo ai tartufi ma ci sono cose bizantine. C’è un aliquota al 5% per il basilico fresco, per le piantine conservate e per l’origano>>.

Insomma, avessimo avuto al governo l’elegantissimo ed espertissimo Cottarelli, avremmo avuto a che fare con una manovra lacrime e sangue in stile montiano, se non peggiore. Aumento dell’IVA ai ricchi (cioè al ceto medio) e tasse ad oltranza in un’ottica di riassestamento del bilancio statale. Tutto molto giusto, teoricamente e matematicamente non attaccabile per via del mostruoso debito pubblico che il bel paese si porta dietro.

Ma la vita di tutti i giorni, la politica e le persone son ben diverse dagli algoritmi matematici. È giusto spremere ancora la gente senza colpa, è giusto consentire allo Stato di complicare ancor più l’esistenza della popolazione non badando all’essere della persona umana, è giusto farne un’analisi rigidamente numerica?

Andrea Curcio
Studente Università Bocconi Milano

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