Rigenerare la Lombardia: intervista al Consigliere Claudia Carzeri

Lombardia

Il degrado urbano nasce, soprattutto, dallo stato di abbandono in cui versano molti edifici. Non è un mistero che la città non tolleri i vuoti e questi si riempiano spontaneamente. Spesso creando situazioni difficilmente tollerabili. Una delle cause è la burocrazia che rallenta l’azione dei privati, portandoli a desistere dalle opere rigenerative. E non è un problema periferico. Anzi.

Potremmo anche dire che sia quello centrale. Per questo in Regione Lombardia è stato presentato il PDL 83, relatore il consigliere Barucco (FI) che affronta proprio questo tema. Trattandosi di una tematica fondamentale per il territorio e richiedendo un approfondimento, abbiamo intervistato la Presidente della Commissione Territori, Infrastrutture e Trasporti, Cons. Claudia Carzeri (FI).

La rigenerazione urbana fa parte di quell’ambientalismo sano che propone risposte concrete a problemi reali. Ce ne può parlare nel dettaglio?

A livello normativo nazionale non molto è stato fatto, questo provvedimento è tra i più innovativi ed e importante per il momento vissuto dalla società sul piano di rigenerazione urbana. Non possiamo infatti negare una rinnovato impulso a restaurare invece che costruire, che nasce dagli operatori stessi. E questa parte dal valore del suolo.

Avrebbe un impatto positivo sul consumo di suolo, no?

La rigenerazione urbana limita il consumo di suolo, valorizzando gli immobili e le aree degradate.

Ma riguarderà solo le aree industriali?

Riguarderà anche aree rurali, commerciali oltre che imprese. Il PDL 83 porta ad una semplificazione delle norme esistenti e coordina diversi livelli di programmazione: legge 12, Testo unico urbanistica, legge 31 sulla limitazione consumo di suolo, legge sul commercio e legge dei seminterrati. Oltre che Area Expo, il cui modello è ispiratore del PDL 83: si stabiliscono limiti chiari in termine di volumetrie. All’interno di questi, tutto è concesso.

Questo che benefici porterà?

L’obbiettivo è di recuperare immobili ed aree dismesse snellendo tutto l’iter burocratico che è impostato dalle leggi vigenti e limitato dalla legge sul consumo di suolo. Ed attrarre investitori da fuori Lombardia, partendo da Milano ed estendendolo.

Questo aiuterà anche a risolvere alcune annose questioni di immobili dimessi ricettacoli di degrado?

La legge mette al suo centro il valore della sicurezza sociale ed urbanistica, Troppi immobili rimangono in un limbo dovuto, anche, alla troppa burocrazia che rende la riqualificazione di fatto impossibile. Oltre all’azione dei Comuni per il riconoscimento dello status di abbandono, anche i privati, attraverso perizie giurate, potranno farsi parte attiva. Questo ridurrà i tempi di attesa ed i costi correlati.

Questo provvedimento servirà per fornire più sicurezza ai cittadini su numerosi livelli: meno immobili abbandonati significa meno degrado, meno inquinamento e meno vuoti in città.

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