Il fatto di aver battuto un Matteo nella vita non ti rende automaticamente invincibile contro gli omonimi. Questo Giuseppie non deve averlo compreso appieno, visto come sta sfidando Renzi. Ed in maniera abbastanza infantile peraltro. La situazione attuale è di una guerriglia continua di tutti contro tutti in maggioranza, ma il colpevole è sempre Renzi. Almeno per il Premier. Che mostra indulgenza ai 5 stelle, bonomia al PD, paterno affetto a LeU, ma con l’ex premier ha un atteggiamento di freddo distacco. È la matrigna di Cenerentola. Una che, per quanto la favola termini prima, si suppone non faccia una bella fine.
Renzi era andato in Tv a far cursoriamente notare che 20 euro in più al mese in busta paga fossero pannicelli caldi per un malato terminale. Conte non l’ha presa benissimo, accusandolo di fare il fenomeno sulle spalle dei lavoratori. Lui ha abbozzato. Ma tanto il risultato era stato raggiunto: è partita la gara al rialzo. Dopotutto il momento storico è questo: Renzi vince anche stando fermo. Come Salvini a Luglio, per capirci. La differenza sono i mojito in spiaggia ed il fatto che il Toscano, apparentemente, non ha alcuna intenzione di suicidarsi. Quindi, fatta saltare la diga, si è spostato. Ed oggi arrivano le proposte economiche pesanti.
Capiamoci, posto che sono numeri importanti, è assai improbabile che sia venuti fuori ex nihilo. Però la successione degli eventi non ci dà la certezza che non sia merito sua questa accelerazione. E lui se la sta godendo tutta. Perché una finanziaria timida, da 29 miliardi, stentarella, non gli serve allo scopo principale: farsi tirare la volata se rompe a Gennaio.
Il gioco è questo: o si vota a Primavera o nel 2022/2023, per un perverso gioco di equilibri e finestre elettorali. Votare in Primavera è difficile, ma non impossibile. Quello che lo osta, la volontà di Mattarella di far celebrare il referendum sulla riforma costituzionale si scontra con un piccolissimo dettaglio: è un referendum che nessuno sano di mente chiederà.
Per cui Renzi valuterà i sondaggi, le speranze di vittoria e se deciderà di votare deve portare a casa tre cose: zero tasse in più, soldi un po’ per tutti e la paternità di entrambe le circostanze. Finora ha vinto lui. E Conte non ha capito chi lo abbia messo là. Crede di esserci arrivato da solo. Farebbe tenerezza se non fosse un pericolo per sé e per la Patria. In ogni caso, Renzi si è già inabissato. Restano fuori i suoi ministri.
Quella della famiglia, ad esempio, ha tirato un siluro da 90 miliardi alla finanziaria. Da solo vale il 33% di tutti gli altri provvedimenti non legati all’IVA. E ne assorbe pura una parte, legando quindi i prossimi decenni al nome di Renzi. Questa sarà la battaglia di Autunno: tutti contro Renzi. Lui, sulla carta, non può vincere. Ma può far perdere tutti gli altri. Siamo in uno stallo alla Messicana. Da cui, ricordo, esce vincitore il primo che spara, se abbastanza veloce. E la fulmineità di Matteod a Rignano non credo sia in discussione.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,