L’Ultima Cena: Tableau Vivant creato da Armondo Linus Acosta Vittorio Storaro, Cinematography, Dante Ferretti, Production Design e Francesca Lo Schiavo, Set Decoration Palazzo Reale 8 ottobre – 17 novembre
In occasione delle celebrazioni in corso per i 500 anni dalla morte di Leonardo, attraverso il claim “Il Cenacolo, ispirazione senza tempo”, Palazzo Reale intende raccontare con due importanti opere distanti 500 anni l’una dall’altra, un arazzo e un film, la fascinazione che il capolavoro di Leonardo continua ad avere sul lavoro e la creatività degli artisti. Dopo la grande mostra “Leonardo da Vinci 1452-1519. Il disegno del mondo”, allestita in occasione dell’Esposizione Universale del 2015 che raccoglieva circa 250 opere di musei e istituzioni da tutto il mondo, Palazzo Reale ospita nella prestigiosa Sala delle Cariatidi, un’opera straordinaria, poco conosciuta e di grande importanza per la diffusione dell’arte di Leonardo: l’arazzo dei Musei Vaticani riproducente l’Ultima Cena di Leonardo commissionato, come provano gli stemmi in esso contenuti, da Francesco I re di Francia e da sua madre, Luisa di Savoia. Il percorso espositivo offre inoltre un confronto con un evocativo tableau vivant di nove minuti “L’Ultima Cena: Tableau Vivant”, proiettato in anteprima per l’Italia, creato e filmato con meticolosa ed eccellente qualità nei dettagli da Armondo Linus Acosta, con i Premi Oscar, Vittorio Storaro, Dante Ferretti e con Francesca Lo Schiavo. L’opera cinematografica è prodotto da The Academy of Film & the Arts in collaborazione con Crescentera Production. La mostra è aperta al pubblico dall’8 ottobre al 17 novembre ad ingresso gratuito.
LA MOSTRA
Per la prima volta dopo il suo restauro, sarà possibile vedere la copia del Cenacolo di Leonardo realizzata ad arazzo fra il 1516 e il 1525, su commissione di Luisa di Savoia e di Francesco I re di Francia. L’arazzo, custodito nei Musei Vaticani, fu tessuto probabilmente in Fiandra su cartone di un artista lombardo (si è ipotizzato fosse di Bramantino) e rappresenta una delle prime copie del capolavoro di Leonardo, destinate a soddisfare le esigenze della corte francese. Con le altre poche copie eseguite nei primi anni del Cinquecento per la committenza francese, l’arazzo con le insegne di Luisa di Savoia e di Francesco I re di Francia ha svolto un ruolo importante nella diffusione della conoscenza dell’arte di Leonardo in Francia. La nuova datazione che si propone dopo il suo restauro, fa coincidere l’esecuzione dell’arazzo con gli anni della presenza di Leonardo ad Amboise ( 1516-1519 ) così che si può ipotizzare che almeno il cartone fosse stato eseguito sotto la sorveglianza del maestro. Donato nel 1533 a Papa Clemente VII, l’arazzo fece ritorno in Italia e da allora non è mai uscito dai Musei Vaticani. In mostra saranno presenti due arazzi dei Mesi di Bramantino, già nella Collezione Trivulzio del Castello Sforzesco, che rivelano la rimeditazione sul Cenacolo e la contestualizzazione della copia della Cena di Leonardo nel quadro del lusso e del gusto raffinato della corte francese. Sono esposti, attraverso medaglie, bassorilievi e dipinti i ritratti dei re di Francia, da Carlo VIII a Francesco I. Una serie di incisioni cinquecentesche, di Jacques Androuet du Cerceau ( 1576-1579 ) mostra i castelli di Blois, Amboise e Chambord dove è possibile che l’arazzo del Cenacolo fosse esposto prima del 1533 quando fu donato da Francesco I a papa Clemente VII. La sua presenza a Milano accanto alla pittura murale da cui deriva, acquista una grande valenza simbolica. Accolta dai Musei Vaticani la richiesta per avere il prezioso arazzo a Milano a condizione che esso fosse restaurato, grazie ad una generosa disponibilità dell’allora Direttore dei Musei Vaticani, professor Antonio Paolucci, favorevole al prestito, per impulso del nuovo Direttore dei Musei Vaticani, dott.ssa Barbara Jatta, fu deciso che l’esposizione dell’arazzo, prima ad Amboise e poi a Milano, si sarebbe rivelata occasione di manutenzione e restauro, di studio e di verifica di precedenti ipotesi circa la manifattura dell’arazzo, la sua storia e la sua cronologia.
Il restauro è durato quasi due anni. La presenza in mostra di due arazzi della serie dei Mesi Trivulzio prestati dalle Civiche Collezioni d’arte del Castello Sforzesco, si rivela utile a mostrare come gli echi del Cenacolo potessero venir propagati anche attraverso un ciclo profano ma, soprattutto, in considerazione del fatto che questa serie, tessuta a Vigevano tra il 1503 e il 1509, doveva molto probabilmente essere nota a Luigi XII, a Luisa di Savoia e a Francesco I, dato che, nel 1507, Luigi XII era stato ospite in casa del Maresciallo Trivulzio alla presenza del fratellastro di Luisa di Savoia, nota estimatrice di arazzi (come prova l’arazzo con le sue insegne conservato nel Museum of Fine Arts di Boston) e committente, con suo figlio, della copia ad arazzo del Cenacolo di Leonardo. Il confronto dell’arazzo vaticano con la serie dei Mesi, collocata a Vigevano ma di cui è ben probabile che si parlasse nel fastoso ricevimento del 1507 ( presenti Gaston de Foix, Georges d’Amboise e tutta la nobiltà francese ), potrà anche fornire altri utili elementi sia per ciò che riguarda la tecnica esecutiva e la sua manifattura, sia per ciò che riguarda il suo stile, soprattutto alla luce della nuova cronologia assegnata all’arazzo vaticano, 1516-1525 circa, in un momento che comprende gli anni del soggiorno di Leonardo ad Amboise. Il catalogo della mostra è edito da SKIRA.
IL TABLEAU VIVANT, un’opera cinematografica
L’Ultima Cena di Leonardo prende vita ne “L’Ultima Cena: Tableau Vivant”, di nove minuti. Il quadro vivente è un evocativo tableau vivant, creato e filmato da Armondo Linus Acosta, con i Premi Oscar, Vittorio Storaro e Dante Ferretti, quest’ultimo con Francesca Lo Schiavo. Il quadro vivente “renderà l’esperienza diretta con tutta la passione e l’ispirazione divina possibili”, dice Acosta. Ciascun elemento è stato realizzato con profondo rispetto per Leonardo e per questa sua opera innovativa (1495-1497), in particolare per i parametri inediti della sua prospettiva. Un metodo che consentí a Leonardo di cambiare per sempre la percezione artistica. Il quadro vivente di Acosta è un lavoro che unisce l’arte più pura al teatro grazie ad una tecnica affascinante che consente una visione inedita ed inspirata de L’Ultima Cena. La scena si apre poeticamente in un paesaggio senza tempo segnato dalle prime note dello Stabat Mater di Rossini: da questa visione suggestiva, la stanza e la tavola iconica vengono lentamente rivelate in un denso e struggente momento di riflessione: i Dodici Apostoli attendono con impazienza l’arrivo di Gesù. Mentre gli uomini sussurrano l’un l’altro e si chiedono perché siano stati radunati, Gesù entra, e prende la posizione centrale. Dopo aver benedetto sia il pasto che i discepoli, l’annuncio di un tradimento imminente da parte di uno di loro è sentito da tutti.
INGRESSO GRATUITO
Orari : lunedì 14.30 – 19.30 martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30 – 19.30 – giovedì e sabato 9.30 – 22.3 – Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.