Majorino non vuole il centro per i rimpatri. E Sala lo ascolta

Fabrizio c'è Milano
Nonostante se ne sia liberato da assessore mandandolo a Strasburgo a fare l’europarlamentare, Sala subisce ancora i diktat di Majorino, il grande teorico della accoglienza illimitata a Milano.
Ai tempi di Pisapia Majorino era riuscito a convincere l’allora Ministro Alfano a trasformare Via Corelli da Centro di identificazione, dove i  clandestini vengono reclusi, in centro di accoglienza residence.
Poi gli attentati di Berlino con il radicalismo che sbarca in Italia e fa attentati in Europa avevano spinto la UE a chiedere di istituire i Centri per il Rimpatrio, per vigilare almeno  sugli immigrati più pericolosi.
E cosi via Corelli era stata scelta dal Ministro degli interni Minniti come CPR. Un anno di lavori sotto Salvini ed oggi è pronta alla riapertura.
Ed ecco che salta fuori l’on. Majorino che afferma che Milano non può ospitare un centro di detenzione per clandestini. E Sala lo prende sul serio e si riserva di chiedere al Governo di bloccare il Cpr.
Via Corelli è stata ricostruita con i soldi dei contribuenti per fare un centro per il rimpatrio, come richiesto dalle leggi italiane e dalla UE. Il CPR può evitarci il reclutamento di tanti spacciatori tra i clandestini e tante esplosioni di quotidiana violenza tra migranti disperati o instabili. Come fa il Sindaco Sala, responsabile della sicurezza dei suoi concittadini,  a non volere un Centro per i rimpatri?

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