Amici calciofili, week end di riavvio campionato e subito anticipi col botto. E’ la “dea” Atalanta di Gasperini ad aprire le ostilità, sul campo della Lazio all’Olimpico, e lo fa con parecchio rumore nel primo tempo. Apre le danze Muriel, che si ripete poco dopo per la doppietta personale, poi il Papu Gomez pensa di aver chiuso la partita siglando la terza rete. Ma nel calcio ora più che mai è noto che non devi sederti mai, nemmeno se stai avanti di 3. Così accade che la Lazio ci provi, grazie ad un rigore per fallo su Immobile, e con lo stesso accorci le distanze. Invece che suonare come campanello d’allarme, provoca il disunirsi dell’Atalanta, che in un minuto incassa un’altro gol da Correa su errore di Palomino! L’Atalanta reagisce ma si divora grosse occasioni per andare sul 4-2, e alla fine in pieno recupero ecco il secondo rigore (per me dubbio) sempre su Immobile che cade in un contrasto di gioco, in area, a mio avviso senza gli estremi per la massima punizione. Immobile non si fa pregare e tira una botta che Gollini intuisce a terra, ma non trattiene e rimbalza sotto rete per il definitivo, incredibile 3-3.
A Napoli, dopo un primo tempo di sofferenza e di assalti subiti dal Verona, si riprendono la scena gli uomini di Ancelotti, grazie a un rinato Milik che mette a segno una doppietta (37′ e 67′) e porta il Napoli a -3 dalla Juventus, che nel primo tempo contro il Bologna non va oltre l’1-1 con gol di CR7 al 19′ e splendido pareggio di Danilo 7 minuti dopo. Il risultato finale dell’incontro di Torino non è però quello che sarebbe piaciuto al Napoli, e nemmeno all’Inter. Infatti, attraverso episodi che faranno discutere (un possibile rigore non concesso, per tocco di mano in area di De Light) e un incredibile serie di salvataggi di Buffon, con tanto di traversa del Bologna a pochi secondi dal termine, il risultato si ferma miracolosamente sul gol del nuovo vantaggio juventino con Pjanic al 54′. 2-1 finale, e finale da infarto per la squadra di Sarri, che comunque si gode il primo posto staccando momentaneamente l’Inter.
Quest’ultima però, nell’anticipo delle 12,30 di Domenica, va a Sassuolo e scimmiotta le sofferenze juventine, facendo ritornare la pazza Inter a dispetto di Conte. Infatti, la squadra va immediatamente in gol nei primi 2 minuti di partita, con un Lautaro che mostra di essere avviato verso una forma brillante. Non insiste come dovrebbe per assestare un nuovo colpo al Sassuolo, che riprende quota e pareggia con Berardi, beffando Handanovic forse in un momento sotto i suoi standard, solitamente elevati. Nel finale del primo tempo, comunque, l’Inter torna a colpire con Lukaku, che di prepotenza fa secco Consigli dal vertice destro dell’area piccola. E poco dopo raggiunge la sua prima doppietta stagionale, prima in assoluto in maglia nerazzurra, grazie ad un rigore netto fischiato per fallo in area su uno scatenato Lautaro. 1-3 quindi e si va al riposo, e l’inizio ripresa avrebbe potuto vedere i nerazzurri aumentare il bottino, ma è Consigli ad opporsi e negare la doppietta all’argentino. Lautaro si vendica un quarto d’ora più tardi, quando Muldur atterra Barella in area, batte il rigore e porta l’Inter sull’ 1-4. A quel punto sembrava chiusa, invece no… Perchè l’Inter torna pazza, entrano Politano e Lazaro al posto di Lautaro e Candreva, e proprio da Lazaro (assolutamente da insufficienza) arrivano le incertezze che causano la parziale rimonta degli emiliani. In pochi minuti, prima Djuricic, appena entrato, e poi uno straordinario slalom di Boga, accorciano incredibilmente sul 3-4, creando sconcerto in panchina ed in campo tra i nerazzurri, che comunque si ricompattano quanto basta ad evitare una beffa che avrebbe avuto parecchie critiche. L’Inter si prende finalmente 3 punti dove negli ultimi anni era sempre rimasta a secco, è già un segnale importante ma c’è qualche sbavatura da limare.
Uno sguardo più in basso e si vede la Roma bloccata sul nulla di fatto a Genova, contro la nuova Samp di Ranieri. Buona prestazione dei blucerchiati, in una partita che però ha regalato ben poche emozioni. Da notare due tentativi della Roma, ma solo all’83’ con Pastore (fuori di poco) e a due minuti dal termine con Bonazzoli sul cui tiro si Salva il portiere doriano Pau. Roma che si assesta con un solo punto più della Lazio e uno meno del sorprendente Cagliari, al sesto risultato utile consecutivo con la vittoria sulla Spal, opera di un rinato Nainngolan. Al 10′, coglie una palla di controbalzo e lascia partire una bordata da fuori che si insacca all’incrocio dei pali, gran gol. Il Ninja ci riprova al 64′, ancora da fuori, ma è meno fortunato e coglie in pieno il palo. E’ di Faragò, al rientro dopo 183 giorni di stop (intervento chiururgico all’anca), il gol del raddoppio che esalta il suo pubblico e lo fa piangere di gioia alla fine di un calvario.
Il Torino va ad Udine in veste piuttosto sciatta e dimessa, non offre alcuno spunto degno di prestazioni precedenti e i friulani finiscono per matarlo. Basta un gol di Okaka al 41′ del primo tempo, e al Torino non basta qualche guizzo di Belotti e l’ingresso rivitalizzante di Iago Falque a pochi minuti dal termine. L’Udinese agguanta golosamente 3 punti che saranno sicuramente preziosi in cascina, quando la bassa classifica diventerà campo di battaglia per non retrocedere.
Al Tardini di Parma, gli emiliani affrontano il Genoa in un match che decolla fragorosamente solo nei minuti finali del primo tempo, quando il Parma arriva al vantaggio con Kucka. E’ il 38′, il Parma sente odore di vittoria e insiste tanto bene che 4 minuti dopo raddoppia e triplica al 45′, con Cornelius autore di una clamorosa doppietta. Nella ripresa, il Parma si ingolosisce e parte in quarta verso la… quarta, raggiungendola in pochi minuti con Cornelius al 50′, sinistro secco e Radu battuto, tripletta per il danese. Abbozza una reazione il Genoa e accorcia con Pinamonti su invito di Giglione, due minuti dopo la quaterna del Parma. Fuoco di paglia, a 10′ dal termine Kulusevsky conquista la cinquina per il Parma, approifittando di un retropassaggio avventato di Ankersen, che intendeva appoggiare su Radu. Goleada quindi per il Parma, e Genoa già in angustie nella zona bassa.
Il Milan cerca di ripartire con la carica suonata dal nuovo allenatore, quel Pioli che recentemente aveva messo le terga sulla panchina dei cugini nerazzurri. A S.Siro scende il Lecce, avversario non proprio irresistibile, ma ai rossoneri non è più concessa distrazione se vogliono risalire la china. Primo tempo di totale dominio del Milan, che appare subito vivace e meglio predisposto alla manovra offensiva di quanto non lo fosse fino alla partita precedente. Sblocca il risultato al 20′ un gran gol di Calhanoglu, fino a quel momento piuttosto in ombra e beccato dal pubblico. Un tiro di controbalzo, potente e improvviso dal vertice destro dell’area piccola, e pallone nel sacco anche se, da una certa prospettiva, sembrava essere finito sull’esterno della rete. Nella ripresa, il Lecce sembra scuotersi e inizia a imbastire qualche azione in grado di procurare fastidio al Milan, finchè al quarto d’ora circa un mani in area di Conti provoca un calcio di rigore al Lecce. Batte Babacar, Donnarumma respinge, ma il senegalese riprende e mette in rete per il pareggio. Tutto da rifare per i rossoneri, che comunque non demordono e contrastano la ritrovata vena dei leccesi. E a 10′ dal fischio finale, riecco il “pistolero” Piatek che raccoglie una gran giocata del rigenerato Calhanoglu e devia alle spalle del portiere leccese. Sembra fatta per il diavolo, ma la beffa è in agguato: nel secondo dei 6′ di recupero, Calderoni estrae dal cilindro non un coniglio, ma una saetta che sorprende nettamente Donnarumma e si infila sulla sua sinistra, quasi imparabile. Il Milan cerca di recuperare la vittoria ma gli sfugge, e deve accontentarsi di 1 punto che trova più soddisfazione nel Lecce. Rossoneri comunque in ripresa, ovviamente Pioli ha parecchio da lavorare, ma può certamente cavare di meglio da questa squadra.
Nel posticipo di Lunedi alle 20,45, Brescia e Fiorentina chiuderanno il turno n°8.
Buona settimana a tutti, e buona fortuna alle italiane in Europa.