Uffici Giudiziari Milanesi: nel ‘modello Milano’ ancora grido d’allarme per gli organici

Milano

Antonio Calabrò, vice presidente di Assolombard,a durante la presentazione del Bilancio di Responsabilità Sociale degli Uffici Giudiziari Milanesi (realizzato con il contributo di Assolombarda), tenutasi ieri nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia nel suo discorso ha sottolineato “Ci sono troppe norme, spesso mal scritte. Questo rende il lavoro difficile sia al Palazzo di Giustizia sia a noi. Spesso viene scaricata sulla magistratura la responsabilità di interpretare norme confuse e su di noi quella di decidere su come investire e su cosa investire” definendo la città di Milano “un paradigma della qualità della macchina giudiziaria e del suo rapporto con la pubblica amministrazione e le imprese”.
Presenti all’evento, tra gli altri, anche il Presidente della Regione Attilio Fontana, Marina Tavassi, Presidente della Corte d’Appello, Giovanni Valotti, professore ordinario dell’Università Bocconi, Roberto Bichi, Presidente del Tribunale Ordinario, il Procuratore Generale Roberto Alfonso e il procuratore capo Francesco Greco.
A sua volta il Procuratore Generale Alfonso ha dichiarato: “Nessuna impresa nelle condizioni della giustizia milanese, ovvero con una mancanza del personale del 27%, riuscirebbe ad avere i nostri risultati, che sono miracolosi. Il singolo cittadino magari si lamenta per la lentezza dei procedimenti, giustamente, ma complessivamente il risultato è positivo”, sottolineando le criticità in materia di confisca: “Spero che il legislatore provveda a risolvere l’enorme confusione attuale che riguarda i beni confiscati che non riusciamo a destinare data la mancanza di norme adeguate”.
Il professor Valotti si è invece concentrato sul

L’annoso problema della differenza tra le risorse previste e quelle effettive è stato invece al centro dell’intevento del professor Valotti  che ha evidenziando dei miglioramenti nell’indice di scopertura, passato dal 30% al 24% dal 2017 al 2018. Nel triennio inoltre si è vista una riduzione delle scoperture nell’organico.
L’intervento del Procuratore Capo Francesco Greco è stato più pessimistico: “La carenza di personale dimostra come sia necessario investire di più in questi uffici giudiziari. È da quattro anni che chiediamo questo. Io la luce in fondo al tunnel ancora non la vedo, ma speriamo ci sia”,. Il Procuratore ha poi aggiunto: “Da tempo anche grazie a polizia e carabinieri ci stiamo dedicando a come migliorare il contrasto dei reati seriali più rilevanti, come i furti in appartamento. A tal proposito, vorrei ricordarvi che il 99% dei ladri di appartamento sono bianchi. Lo dico perché a volte si ha un’idea sbagliata del colore della pelle associato a questi tipi di reati”.
Per quanto riguarda l’evasione fiscale ha sostenuto: “Abbiamo voluto usare le parole “modello Milano” perché siamo gli unici ad avere usato un metodo che ci ha permesso di far incassare allo stato tra i 5 i 6 miliardi di euro che erano stati sottratti al Fisco. Mi interessa molto l’argomento dell’aumento delle pene per l’autoriciclaggio. Credo che sia arrivato il momento di portare alcuni reati tributari a competenza collegiale. Finché tratteremo la materia tributaria come adesso, abbandonata dalle Procure, non faremo grandi passi avanti”. Greco ha concluso dando la propria opinione sul codice rosso: “Nonostante qualche problema a livello organizzativo, essendo entrato in vigore a metà agosto, è un’ottima cosa”.

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