Dalle prime ore di ieri 8 novembre, in numerose province italiane e in Spagna, è iniziata una vasta operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Milano, coadiuvati in fase esecutiva da quelli del Comando Provinciale di Napoli e degli altri Comandi Provinciali territorialmente competenti, che hanno dato esecuzione a due provvedimenti cautelari emessi dal G.I.P. del Tribunale di Napoli a conclusione di complesse indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea.
Nel corso dell’operazione, sono stati sottoposti a misura cautelare 51 persone, è stata posta sotto sequestro una gioielleria (valore stimato 5 milioni di Euro) e sono state effettuate 65 perquisizioni delegate.
L’indagine ha riguardato complessivamente 82 indagati, ritenuti a vario titolo responsabili del reato di associazione per delinquere ex 416 c.p., finalizzata alla commissione di più delitti di truffa aggravata in danno di persone anziane, con l’aggravante per 14 di loro dell’art. 416 bis 1 c.p., ovvero della finalità di favorire il clan camorristico “Contini”[3], articolazione della potente Alleanza di Secondigliano operante nei quartieri napoletani Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant’Antonio Abate, e con l’aggravante per 17 di loro della transnazionalità.
L’attività nasce da un impegno investigativo, avviato nel febbraio 2016 dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, a fronte di un verticale aumento dei delitti, in particolare truffe ai danni di anziani, per la cui commissione non di rado i malfattori ricorrevano alla figura del Carabiniere.
L’obiettivo dell’indagine condiviso con la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, è stato quello di comprenderne a fondo organizzazione, meccanismi di funzionamento e referenti di una articolata associazione criminosa.
Veniva avviata dalla Procura Distrettuale partenopea un’indagine relativa alle truffe in cui le vittime vengono circuite telefonicamente dagli indagati che, fingendosi assicuratore, avvocato o carabiniere (il telefonista), comunicano che un familiare ha provocato un grave incidente stradale e che, per consentirne il rilascio da una caserma dei Carabinieri, è necessario consegnare denaro o altri valori, in seguito prelevati da un complice (l’operativo sul territorio) presso il domicilio delle vittime.
Le indagini hanno consentito di fotografare il fenomeno criminale, di cui sono stati disvelati regia, ruoli, funzioni, basi, modalità organizzative ed esecutive e collegamenti.
È stato infatti accertato che queste attività delittuose sono organizzate e/o sono collegate alla zona di Napoli corrispondente ai quartieri Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant’Antonio Abate, dove è attiva una stabile associazione criminale che utilizza come luogo di ritrovo un club di Piazza Santa Maria della Fede, quello che gli stessi sodali chiamano “il covo”.
L’organizzazione coinvolge un numero elevatissimo di persone e sotto la sua egida operano più batterie, operanti anche dalla Spagna, saldamente collegate al clan “Contini”.
L’interesse per questa attività criminale deriva dai rilevanti guadagni che è capace di garantire, a fronte di rischi bassissimi.
Le indagini hanno consentito anche di individuare una gioielleria di Napoli, sottoposta a sequestro preventivo, in cui venivano ricettati molti dei preziosi asportati, e di dimostrare lo stretto collegamento del titolare con il clan “Contini”.
A formare il quadro indiziario posto a fondamento dell’ordinanza giudiziale, hanno contribuito significativamente anche gli esiti delle investigazioni dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo e della Squadra Mobile di Genova, che si sono occupati di specifici episodi di truffa.
Nel corso delle indagini, sono state ricostruiti centinaia di episodi di truffa tentata o consumata realizzati in tutta Italia.
Le indagini sono ancora in corso, pertanto si invitano i cittadini rimasti vittima delle truffe a denunciarle tempestivamente alle Forze dell’Ordine.
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