TORNA A MILANO DOPO TRENT’ANNI LA “MADONNA LITTA”, IL CAPOLAVORO DELL’ERMITAGE DI SAN PIETROBURGO
Fino al 10 febbraio il Poldi Pezzoli propone una mostra in cui viene esposta a Milano, per la prima volta dopo quasi trent’anni, la “Madonna Litta”, il celebre dipinto dell’Ermitage, insieme a un nucleo di opere eseguite da Leonardo e dai suoi allievi (Giovanni Antonio Boltraffio, Marco d’Oggiono, l’ancora misterioso Maestro della Pala Sforzesca e Francesco Napoletano) negli ultimi due decenni del Quattrocento, quando il maestro viveva a Milano, presso la corte di Ludovico il Moro.
La “Madonna Litta” è strettamente legata a Milano: eseguita nel capoluogo lombardo nel 1490 circa, mostra notevoli affinità stilistiche con la seconda versione della “Vergine delle rocce” conservata alla National Gallery di Londra. Nel Ducato milanese il dipinto, oggi all’Ermitage, conobbe una notevole fortuna, come dimostra il grande numero di copie eseguite da artisti lombardi che ci sono pervenute. Nell’Ottocento era l’opera più rinomata di una delle più famose collezioni di opere d’arte milanesi, quella dei duchi Litta (da cui deriva il soprannome con cui è conosciuta) ed era conservata nel grande palazzo di Corso Magenta; l’Ermitage l’acquistò nel 1865 dal duca Antonio Litta Visconti Arese (1819-1866).
In mostra la “Madonna Litta” è affiancata a un altro capolavoro nato da una raffinata composizione di Leonardo, la “Madonna con il Bambino” del Museo Poldi Pezzoli: il dipinto, eseguito verso il 1485-1487 da Giovanni Antonio Boltraffio – il migliore fra gli allievi di Leonardo a Milano – con ogni probabilità sulla base di studi preparatori messi a punto dal Maestro, è accostabile, dal punto di vista stilistico, alla prima versione della “Vergine delle rocce” del Louvre. Nella prima metà dell’Ottocento anche la “Madonna con il Bambino” apparteneva alla collezione dei duchi Litta (fu acquistata da Gian Giacomo Poldi Pezzoli nel 1864): sarà un’importante occasione poter riunire nuovamente a Milano, dopo oltre un secolo e mezzo, questi due straordinari dipinti leonardeschi raffiguranti la “Madonna con il Bambino”.
Nella mostra è presentato un altro quadro del Poldi Pezzoli che raffigura la “Madonna allattante”: riferito a un anonimo artista lombardo attivo nel primo decennio del Cinquecento, rappresenta una delle derivazioni dalla Madonna Litta più interessanti e di migliore qualità che ci siano pervenute. Saranno presenti altri dipinti raffiguranti la “Madonna con il Bambino” di Marco d’Oggiono, di Francesco Napoletano e del Maestro della Pala Sforzesca, che permetteranno di illustrare come Leonardo e i suoi più stretti seguaci (che spesso lavoravano sulla base di progetti e composizioni del Maestro) abbiano affrontato dal punto di vista compositivo questo diffuso soggetto.
Fra i disegni in mostra uno studio riferibile alla mano di Leonardo, eseguito a punta metallica: custodito alla Biblioteca Ambrosiana, raffigura un profilo femminile e un occhio dalla palpebra nettamente delineata, che si confronta bene con gli occhi della Vergine nel dipinto dell’Ermitage. Inoltre alcuni studi di Boltraffio che si legano alla testa del Bambino e ai panneggi della “Madonna Litta” e della “Madonna con il Bambino” del Poldi Pezzoli (conservati rispettivamente a Parigi, Fondation Custodia, Collection Frits Lugt; a Berlino, Staatliche Museen, Kupferstichkabinett; a Oxford, Christ Church College).
Le indagini scientifiche
Grazie al sostegno di Fondazione Bracco, da sempre impegnata nella valorizzazione del rapporto tra scienza e arte, è stata eseguita un’articolata campagna di analisi diagnostiche su alcune opere presenti in mostra, coordinata dall’Istituto di Bioimmagini e Fisiologia Molecolare del CNR in collaborazione con l’Università di Milano e l’Università di Milano-Bicocca. Le analisi (radiografie, riflettografie ai raggi infrarossi, UV, infrarosso in falso colore) hanno dato vita a interessanti confronti; hanno permesso di evidenziare i diversi modi di realizzare i disegni preparatori e i dipinti da parte degli artisti che operavano nella bottega di Leonardo, a stretto contatto fra loro, in un arco cronologico ristretto: dal 1482 al 1499, gli anni della presenza di Leonardo a Milano.
Come nasce un’attribuzione
La straordinaria occasione offerta dalla presenza della “Madonna Litta” a Milano, a diretto confronto con altre opere eseguite dagli allievi di Leonardo negli stessi anni, consente di illustrare come nasce e si modifica nel tempo l’attribuzione di un’opera d’arte. Viene spiegato in che modo l’esame dei documenti di archivio, delle informazioni sulla provenienza collezionistica e sulla fortuna critica, delle analisi diagnostiche e lo studio degli elementi “formali” e stilistici abbiano consentito agli studiosi di avanzare ipotesi spesso divergenti sulla paternità di queste opere, utilizzando vari elementi che verranno presentati nella mostra accanto ai dipinti.
I dati acquisiti dalle analisi scientifiche condotte sulle opere saranno presenti in mostra grazie ad un apparato multimediale di supporto, nonché pubblicati e consultabili, con libero accesso da parte di tutti gli utenti, anche sul sito internet del Museo Poldi Pezzoli e di Fondazione Bracco. Sarà organizzata una giornata di studi, aperta a tutto il pubblico interessato, con interventi dei maggiori specialisti degli argomenti affrontati nella mostra.
Per tutta la durata dell’esposizione saranno organizzate attività didattiche collaterali: visite guidate su prenotazione per il pubblico e le famiglie, itinerari didattici per le scuole e per i bambini, un ciclo di conferenze sui temi della mostra affidate a specialisti degli argomenti affrontati e aperte a tutte le categorie di pubblico e un ciclo di laboratori dedicati al disegno e alle arti decorative, in collaborazione con Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte.
L’app MADONNA LITTA_MILANO, realizzata da SENSE – immaterial Reality, arricchisce la mostra e la conoscenza delle opere esposte. Il visitatore è in grado di ricevere informazioni e scoprire particolari tramite l’innovativo linguaggio della Realtà Immateriale di Sense. Un nuovo concetto di interazione tra il visitatore e l’opera: in alcuni casi sarà possibile confrontare, in altri “toccare” i dipinti, godendo di punti di vista e dettagli finora impossibili da apprezzare ad occhio nudo.
È stato realizzato l’album “Diventa un allievo di Leonardo”, su concept di Invisible Studio, con la collaborazione di Abbonamento Musei Lombardia/Valle d’Aosta e il sostegno del Gruppo Giovani del Museo Poldi Pezzoli, che accompagnerà bambini e ragazzi (7 – 11 anni) in un percorso che, partendo dalla mostra, li guiderà alla scoperta del disegno, della pittura, della natura e della scienza di Leonardo e all’osservazione delle opere presenti nei musei di Milano e della Lombardia.
Informazioni e prenotazioni: servizieducativi@museopoldipezzoli.it
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.