Grillo c’è, si vede, poi non si vede e poi ricompare. Giocoliere di parole e di illusioni, beffardo quel tanto che basta per demolire un pensiero, inconcludente nelle soluzioni, tranchant nei giudizi, propositivo per idee anacronistiche, vive nel suo mondo elitario, padre dei tanti grillini improvvisati e incompetenti ai posti del potere. Sala manager di idee e opportunismo, con una malcelato fastidio per la gente comune, proteso a vedere opportunità affaristiche in ogni evento, affabulatore a senso unico, grande impresario della sua immagine pubblica, analizza con metodo tutto ciò che è conveniente. Feeling trai due partiti di riferimento a Milano? Pare sia insufficiente, vista l’esiguità di presenze dei 5 Stelle, ma il dado è tratto a livello nazionale, la somma tra gli elettori grillini e quelli di sinistra può fare veramente comodo e allora un opportuno avvicinamento col fondatore Grillo supera ogni ostacolo. E sono discorsi green per una città sempre più green, per un futuro esplosivo di green. Tutto il resto non conta: se rieletto, Sala sa come muovere i fili del potere. Sì, ammette Sala, sento Grillo e il loro dialogo è voluto. A che scopo oggi non è difficile immaginarlo. Sconcerta questo amore caduto dal cielo e considerata l’esperienza nazionale, ma la lungimiranza di Sala è “proverbiale” «Il dialogo con Grillo ci preoccupa» serviamo con preoccupazione questo dialogo tra Sala e Grillo, perché pensiamo che Milano non meriti questa alleanza che già a livello nazionale sta facendo danni, essendo il Movimento 5 stelle antiimpresa e anti sviluppo». Così la capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini, ha commentato quanto raccontato da Beppe Sala sui contati telefonici con Beppe Grillo
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano