Via Montenapoleone per dire lusso, prezzi proibitivi, élite della moda, del design e, giustamente, meta di un turismo internazionale. Un orgoglio della creatività e della capacità imprenditoriale italiana, del saper fare e delle intuizioni geniali. La via regina del Quadrilatero, a Milano è, come riferisce il Corriere “la quinta strada più costosa al mondo, la terza in Europa e la prima in Italia. Il canone d’affitto è alle stelle. Eppure, Montenapoleone continua ad essere in cima alla lista delle vie più richieste dalle boutique. I locali non restano sfitti per più di un mese, sottolinea l’annuale report di Cushman&Wakefield. L’analisi fotografa 448 high street commerciali in 68 Paesi e quello che ne emerge è la mappa delle posizioni d’oro. Nella strada «top» del Quadrilatero il canone è raddoppiato in quattro anni: arriva a 13.700 euro al metro quadrato (da 7.100 nel 2015).” Anche questa è naturalmente Milano, ed è giusto che ci sia, per il mondo commerciale e finanziario, per l’indotto che crea occupazione, ma l’isola Montenapoleone è l’immaginario dell’impossibile, il sentito descrivere per molti, l’oggetto che va al di là di ogni possibilità. Durante l’Expo un’anziana delle case popolari di via Ponale mi ha chiesto “Ma a questa manifestazione così grandiosa, posso andare anch’io?, quasi che l’emarginazione della povertà fosse un limite insormontabile alla libertà di conoscere. Forse oggi mi chiederebbe se anche via Montenapoleone è tanto “importante” da escluderla. Modi di pensare, per fortuna, semplicistici, di chi ha viaggiato per andare in fabbrica, su un tram, ma l’idea che la conoscenza appartiene a tutti, che il bello è di tutti, che l’indigenza non è una colpa stenta ad essere patrimonio comune. La divaricazione sempre più profonda tra le due velocità con cui si muove Milano, è una vergogna e lascia una parte di milanesi nel brodo del degrado e dell’ignoranza. Chissà cosa pensano ci sia nell’isola del lusso…Perché in periferia ci sono i mercati rionali, il teatrino del parroco, un caffè al bar, qualche bivacco di disperati, i muri che trasudano muffa. Anche questa è Milano.
Soggettista e sceneggiatrice di fumetti, editore negli anni settanta, autore di libri, racconti e fiabe, fondatore di Associazione onlus per anziani, da dieci anni caporedattore di Milano Post. Interessi: politica, cultura, Arte, Vecchia Milano