A Sala “Come distribuire a chi non ha parte della nuova ricchezza milanese di cui tanto si vanta?”

Milano

I clochard stanno imparando che un giorno alla settimana, in due rifugi per senzatetto a Milano, possono incontrare  una squadra di funzionari Inps in servizio per chiedere informazioni anche su pensione e sussidi. Il passaparola è stato ed è fondamentale. I due sportelli aperti sono in via Sammartini frequentato da circa 35 persone ogni settimana e  in numero minore alla Casa dell’accoglienza Enzo Jannacci in viale Ortles. Un progetto pilota con un mese di vita, ma che è indicativo di un’attenzione specifica. La disuguaglianza sociale è drammatica e non si vedono programmi per ovviarla. Un osservatore acuto e lucido, Luca Beltrami Gadola, osserva “Il problema delle disuguaglianze emerge chiaramente anche dalla ricerca fatta da Assolombarda in occasione della sua ultima assemblea: la concentrazione della ricchezza milanese in poche mani e la crescente distanza tra ricchi e poveri ossia esattamente quello che succede in tutto il mondo e che si trasforma in disagio sociale diffuso, la sterminata pianura nella quale scorrazza il populismo.Alla base delle disuguaglianze troviamo il reddito insufficiente in una larga fascia della popolazione, particolarmente in quella giovane. Che cosa può fare un’amministrazione locale di fronte a questo problema? Poco, forse una cosa sola: offrire maggior assistenza e servizi alle fasce deboli della popolazione ma per farlo ci vanno risorse economiche. Dove trovarle? Come far sì che questa “nuova” ricchezza milanese, della quale tanto ci si fa vanto, si distribuisca meglio? Ecco uno degli interrogativi da proporre ai portatori dei saperi milanesi.” La domanda è per Sala che, inebriato dallo slancio commerciale, non vede chi non ha neppure un tozzo di pane.

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