I 2 chilometri di MAC MAHON, tra una zona chic, una post industriale e una di edilizia popolare

Milano

La via Mac Mahon con i suoi alberi fieri attraversa tre fattispecie di residenti, con una commistione di presenze che dovrebbe suggerire cura per le zone meno fortunate Il blog Milano Città Stato descrive:

“Via Mac Mahon è un’arteria alberata percorsa dal tram 12. Inizia in piazza Diocleziano e termina in piazza Castelli: è lunga quasi 2 km e per percorrerla dall’inizio alla fine si impiegano circa 20 minuti. La via fa parte del Municipio 8 e in pratica collega zona Sempione, una dei quartieri più chic di Milano, al rione di Villapizzone che, fino a poco tempo fa era un quartiere dormitorio della periferia milanese, in cui regnavano l’abbandono e il degrado, passando attraverso la Ghisolfa. La parte elegante della via va da Diocleziano fino a poco dopo la traversa di Principe Eugenio. Qui si vedono bei palazzi di recente costruzione con ampi spazi verdi all’interno. Un tempo cornice di diverse boutique di lusso, oggi questa parte di Mac Mahon gode della vicinanza con le nuove aree commerciali come il Portello e City Life. Appena prima di Principe Eugenio ha sede il Teatro Out-Off e fino a pochi anni fa c’era la Pasticceria Excelsia, un locale elegante con i tavolini dove fermarsi per l’aperitivo. A pochi passi da qui c’è Villa Simonetta con il suo parco, che oggi è sede della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado”. Quasi di fronte alla Villa c’è la galleria di Lia Rumma, la più importante gallerista italiana di arte contemporanea, per intenderci colei che espone le opere di Marina Abramovich

L’area post industriale verso Monte Ceneri

Proseguendo verso viale Monte Ceneri, Mac Mahon diventa un po’ più anonima. Le case risalgono al primo Novecento e gli originari abitanti della zona iniziano a condividere gli spazi con famiglie cinesi, arabe e anche sudamericane. I negozi sono più radi, con una grande concentrazione di sale giochi, centri massaggi, qualche piccola bottega alimentare etnica e un kebabbaro. Appena prima dell’incrocio con la circonvallazione, si trova la sede storica di Radio Popolare mentre dall’altra parte di Mac Mahon c’è Via Arimondi, dall’aria decisamente postindustriale, con i suoi vivaci graffiti.

Edilizia popolare e immigrazione sudamericana

L’ultimo tratto della via fino a Piazza Castelli, caratterizzato dall’edilizia popolare tipica del dopoguerra, è popolato perloppiù da famiglie arabe e cinesi ma è la comunità sudamericana la più numerosa. Alcuni degli anziani proprietari vivono ancora qui e ultimamente hanno preso casa in questa zona giovani attirati dai prezzi convenienti e dal fatto che la zona è ben servita dai mezzi pubblici. Oltre allo storico tram 12 che porta in centro, ci sono gli autobus della circonvallazione e il passante alla stazione di Villapizzone. All’altezza di piazza Castelli sorgeva il quartiere popolare di Campo dei Fiori. Ora c’è un parco intitolato a Giovanni Testori, che proprio qui ha ambientato qui uno dei suoi racconti più popolari, La Gilda del Mac Mahon.”

E’ inutile far notare come ancora una volta, le presenze multietniche abbiano cambiato la fisionomia di un quartiere che ha, tra il 2015 e il 2016, si è ritrovato unito e forse ha scoperto la sua identità, quando gli abitanti si sono coalizzati per difendere i 180 olmi che rischiavano di venire abbattuti a causa dei lavori di rifacimento della sede tranviaria. Segnaliamo che il Comitato per una Mac Mahon migliore” opera attivamente denunciando ritardi e criticità

Anna Ferrari

1 thought on “I 2 chilometri di MAC MAHON, tra una zona chic, una post industriale e una di edilizia popolare

  1. Di villa pizzone fa parte anche via negrotto proprio dove vi è il passante ferroviario ma nessuno ne parla è abbandonata al degrado più totale dove gli zingari fanno da padroni !!

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