Dice Conte che sono alla fine dell’iter. Purtroppo non si riferisce alla vita del suo secondo esecutivo, ma ad uno degli atti più arroganti, idioti e illogici della storia economica recente. Portare indietro le lancette della storia economica nazionale di 30 anni. Nazionalizziamo tutto. Da Alitalia ad Ilva, passando per le Autostrade. Nazionalizziamo i guadagni! Torniamo padroni a casa nostra. Il coro delle prefiche del posto pubblico è già partito e il sogno di uno stato padrone eccita legioni di aspiranti servi. Ma la storia, come ben si sa, si ripete sempre in due modi. La prima volta è tragedia, la seconda è farsa. E se lo stato imprenditore ci ha regalato qualche migliaio di miliardi di euro di debito pubblico, lo stato rapinatore ci regala il tanto agognato default.
Facciamo un passo indietro. Senza che il processo ad Atlantia sia ancora davvero iniziato, si è deciso che il crollo del Morandi sia colpa loro. Il che è, dopotutto, comprensibile. L’alternativa è che sia crollato perché il costruttore (lo stato) ha realizzato una manufatto concettualmente difettoso (come il gemello sudamericano), non lo ha dichiarato al gestore e quest’ultimo non ha attuato le misure di prevenzione straordinarie necessarie ad evitarlo. Per fortuna che il controllore (lo stato) doveva vigilare! Altrimenti sai che porcherie avrebbero commesso il gestore (scelto dallo stato) e colui che incassava parte degli utili sotto forma di tasse ed estorsioni varie (lo stato)? Sarebbe stato un magna magna. Ma ora vi sarà due volte giustizia! Infatti il potere giudiziario (lo stato) condannerà (il privato) e il potere esecutivo (lo stato) revocherà al gestore il bando.
Tutto chiaro, no? Se al posto del privato mettessimo il pubblico i viadotti non crollerebbero più. Nulla affatto. Infatti visto quanto sono stati bravi a vigilare è lecito immaginare che nella gestione (fatta da chi e come non è dato sapere) sarebbero dei maestri. Geni di rara correttezza. Il tutto sempre che lo stato non perda la causa miliardaria di Atlantia, a causa di un giudice solitario, magari pure indipendente. La legge dei grandi numeri ci conforta, uno ce ne dovrà pure essere. Perché a quel punto si rischierebbe il paradosso. Seguitemi.
Se lo Stato risultasse allo Stato colpevole per aver attribuito allo Stato funzioni che un privato poteva benissimo svolgere da solo, lo Stato dovrebbe risarcire il privato. E siccome lo Stato siamo noi (quando si deve pagare), noi potremmo goderci i frutti di questa gestione quando pagheremo al casello i costi gonfiati dall’inefficienza statale e dal risarcimento che lo stato ha condannato lo stato a versare. E che sarete gentilmente voi ad anticipare. Tutto, ovviamente, perché il Ministero dei Trasporti dormiva. Ecco, questa è la sintesi dell’imprenditoria pubblica: tutti Briaatore coi soldi nostri Ahimè, letteralmente.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,