E venne finalmente la resa dei conti. Nel governo Conte. Un pessimo gioco di parole per un governo che si impegna tutti i giorni a peggiorare la propria azione. Stavolta sta andando in scena un bellissimo siparietto su una cosa da nulla, ovvero quel meccanismo che ci consente di barare al ribasso con lo spread. Il MES, appunto. Il motivo, a suo modo geniale. Di Maio non sa, esattamente, cosa contenga la riforma del fondo salvastati. Una riforma che ha trattato il suo governo. Che il suo premier ha contrattato. E che ora, giustamente, lui non vuole votare perché aspetta di vederci chiaro. Di Mail ogni tanto riemerge. L’uomo che non capiva. Non capiva nemmeno leggendo. Un uomo colto alla sprovvista dalla vita.
Il PD, davanti a tutto questo è basito, riporta Repubblica. Non si fatica a crederlo. Di quel partito tutto il male è lecito pensare, ma negare che sappia come si fa politica sarebbe assurdo. Ve lo immaginate un funzionario, non dico Zingaretti, pensate ad un assistente, un consigliere, qualcuno che sia là da decenni. Un uomo di partito, insomma. Quest’uomo viene incaricato, per sua sfortuna, di seguire questa partita. Ha appena letto gli attacchi di Salvini. Ovviamente manco lui sa il contenuto di quello di cui si parlava da mesi. Però è decisamente contrario. Sempre stato. Anche quando era a favore. Perché, checché si legga nelle chat della Lega, quella modifica l’abbiamo chiesta noi. Oggi il MES, dicevamo è troppo favorevole a Francia e Germania, dicevano. Basta regali alle banche dicevano.
A quel punto, per accontentarci, hanno preso la palla al balzo: per evitare una Grecia due, ovvero troppo pochi soldi e troppo diluiti, perché sennò col cavolo che fanno le riforme, a questo punto si cambia giro. Le riforme le fai prima, i soldi te li do dopo. I parametri usati sono gli stessi che girnao da trent’anni. E che noi, da trent’anni, pensiamo che siano un problema che riguarda gli altri, certo non noi. Qualcosa, però, è cambiato: la nostra attitudine verso il problema. Ad esempio.
Da grandi partner, grandi nel senso di potenti, siamo diventati futuro questuanti. Non ci preoccupa come i prossimi Greci spenderanno i nostri denari. Ci preoccupiamo di come i futuri tedeschi ci fregheranno, rifiutandoci aiuto. Ovvero, siamo nella condizione di chi ha già perso. Il che, dice il PD, non è sbagliato (la poraccitudine militante è tipica di tutte le sinistre). Però evitiamo di dircelo su Twitter. Ovviamente, Di Maio non capisce. È proprio là che la cosa và detta. Altrimenti le mamme informate in lotta contro i vaccini come fanno a sapere che il loro leader lotta contro i poteri forti?
È Domenica mattina, ed il nostro funzionario immaginario deve tenere su il Governo, perché mese prossimo è Natatle e non vuole essere disoccupato. Lo capiamo. Lo comprendiamo. E siamo certi farà di tutto per salvare la propria poltrona. Ma non sarebbe meglio, una volta e per tutte, liberarci di questa ciofeca e provare qualcosa di meglio? No, eh?
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,