Rota (Coldiretti): “Governance inadeguata, serve un nuovo Parco Agricolo Sud Milano”

Milano

“Tre anni di percorso e più cicli di incontri dai quali è emersa una netta contrarietà al progetto da parte nostra non sono evidentemente serviti a nulla. La dirigenza del Parco Agricolo Sud Milano continua imperterrita a voler imporre la trasformazione di quasi 9 mila ettari di territorio in nuove aree naturali, dimostrando la propria inadeguatezza. Serve, e al più presto, una governance diversa”. Così Alessandro Rota, presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza, a margine della presentazione, nella sede della Città Metropolitana, dello studio dell’Università Statale di Milano sulla “Strategia di approfondimento del reddito derivante dall’esercizio della normale attività agricola nonché del valore dei territori inclusi nelle aree ricadenti nella proposta di parco naturale all’interno del territorio del Parco Agricolo Sud Milano”.

“Anziché incassare in maniera definitiva il “no” al progetto arrivato al termine dell’ultimo giro di incontri– spiega il presidente Rota – e far tesoro dei pareri raccolti durante quelle consultazioni, la presidente Michela Palestra ha voluto invece forzare la mano nascondendosi dietro uno studio, pagato con soldi pubblici, che non ha aggiunto nulla a ciò che già si sapeva rispetto alle criticità: con la trasformazione in aree naturali c’è la possibilità di perdita di valore fondiario delle nostre aziende, oltre alla prospettiva di nuovi vincoli all’attività agricola. Noi agricoltori – precisa il presidente della Coldiretti interprovinciale – siamo i primi custodi dell’ambiente e, in questo caso del Parco. La nostra agricoltura è in prima linea sui temi della sostenibilità e della salvaguardia del territorio, non a caso è la più green d’Europa. Proprio per questo siamo convinti che non serva burocratizzare nuove aree naturali, complicando ulteriormente la vita di chi ogni giorno, con sacrificio e passione, coltiva e mantiene il paesaggio del Parco Sud. Non si è presa neppure in considerazione la nostra proposta di trasformare in aree naturali esclusivamente i circa mille ettari non destinati alla produzione agricola, scelta che avrebbe permesso comunque di chiudere l’iter e di rispettare i vincoli di legge”.

“Al presidente del Parco – aggiunge Alessandro Rota – chiediamo di fare un passo indietro, così come sollecitiamo le dimissioni del consigliere rappresentante degli agricoltori, ormai lontano dagli interessi della categoria. Serve un “nuovo” Parco più vicino alla realtà agricola  – conclude il presidente della Coldiretti di Milano, Lodi e Monza Brianza – che sappia rispondere più velocemente alle istanze degli agricoltori e che sia in grado di affrontare con maggiore decisione le sfide dell’attrattività del territorio e della promozione delle nostre eccellenze agroalimentari, senza dimenticare il ruolo fondamentale nella mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici sulla città di Milano e nel coinvolgimento dell’agricoltura multifunzionale in vista dei Giochi olimpici 2026”.

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