Nella ricca Milano, un clochard disabile muore di freddo. Modello da esportare?

Milano

C’è un Paradiso privilegiato per i clochard? Ma sì, deve esistere con l’aureola del martirio, nel cielo più alto, per premiare una vita di abbandono. E danzeranno, canteranno, rideranno, finalmente. A Milano si muore ancora di freddo, abbracciati a un anonimo piumone, su una sedia a rotelle, dimenticato come fosse un intruso, accartocciato nei suoi desideri, vittima di una politica di parole, iscritto ad una lista di serie Z, nel pianto della sua emarginazione. Un clochard disabile di 64 anni, è stato trovato da una studentessa, questa mattina alle 7,40 vicino alla stazione della linea rossa della metropolitana Molino Dorino. I medici del 118, intervenuti subito dopo la chiamata, una volta raggiunto il posto non hanno potuto fare altro che constatare la morte del clochard, presumibilmente per la rigidità del freddo durante la notte. Adnkronos riporta la testimonianza di chi lo conosceva. “Lo conoscevamo perché in passato aveva avuto un cagnolino che era stato poi affidato a una famiglia milanese togliendolo dalla strada“, hanno fatto sapere dall’Associazione italiana difesa animali e ambiente, “Nei mesi scorsi lo avevamo rivisto a Molino Dorino, era su una carrozzina e non si muoveva, ma viveva lì. Di fianco aveva un giaciglio di fortuna all’aperto sotto il portico. Avevamo fatto un video dove denunciavamo la situazione, di un uomo, un disabile che non poteva certo vivere in quelle condizioni“.  La sua morte è la denuncia più forte contro un welfare insufficiente, strabico, mai strutturalmente pianificato. Non bastano gli appelli verbali per far accettare luoghi di riposo notturno dove la prevaricazione dei migranti o di chi è più forte annientano e impauriscono. Nella osannata ricchezza da record di Milano, Sala ha ridistribuito almeno le briciole ai meno fortunati? Un clochard disabile può morire così, di freddo nella ricca Milano, spesso citata come modello da imitare.

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