Ciao calciofili, siamo già oltre un terzo del campionato, e la situazione che va delineandosi è decisamente indicativa di un cambiamento nei valori rispetto agli ultimi tornei.
Non c’è più, almeno per ora, una squadra sola a monopolizzare la classifica ma, fermo restando che quella squadra rimane comunque la maggiore candidata all’ennesimo titolo e vanta numeri sempre da primato, è stata raggiunta e superata da una milanese da anni outsider, l’Inter. Tornata a competere con numeri che ora sono pari o addirittura superiori a quelli dei bianconeri per punti, differenza reti, partite pareggiate. Si profila finalmente un campionato con un sostanziale equilibrio fino al termine, non più con una squadra che vince per distacco a 4-5 giornate dal termine.
Primo anticipo del Venerdì, proprio con l’Inter in campo contro una Roma in buon momento di forma, 0-0 finale. Sarà per una inevitabile influenza del pensiero alla partita decisiva di Champions, Martedi contro il Barcellona, sarà per una certa stanchezza dovuta a carenza di ricambi, poichè causa numerosi infortuni giocano sempre gli stessi… ma l’Inter di Venerdì non ha brillato, consentendo alla Roma di disputare una buona partita e prevalere a centrocampo per lunghi tratti. A dispetto di tutto ciò, se una squadra doveva e poteva vincere, non era la Roma ma l’Inter, che non ha consentito ai giallorossi di concludere nulla rispetto alla mole di gioco sviluppata, confermando di avere una solidità difensiva di primordine. Senza mai andare in affanno, l’Inter ha controllato la situazione ai limiti della propria area, lasciando in pratica alla Roma solamente un tiro in porta (Zaniolo), agevolmente neutralizzato da Handanovic, che alla fine è rimasto senza valutazione perchè scarsamente chiamato in causa.
Dall’altra parte, invece, ben altra incisività in attacco mostravano i nerazzurri, che pur in condizioni fisiche non ottimali rischiavano di andare ben presto in vantaggio con Lukaku, che su errato disimpegno romanista impegnava Mirante in una gran manata, con palla in corner. Altre clamorose occasioni dei nerazzurri nel corso della partita, ancora con Lukaku e Lautaro (impreciso e poco lucido), e con Brozovic, ma alla fine nulla di fatto e l’Inter, per la prima volta in questo campionato, non va a segno a S.Siro.
Ma più per demeriti propri che per opposizione della Roma.
E all’Olimpico nella capitale, Sabato accade che l’altra romana, la Lazio, riesca invece ad andare a segno ben 3 volte stoppando la Juventus con la prima sconfitta in campionato. 3-1 il risultato finale per i biancazzurri di Inzaghi, che hanno meritatamente messo il bavaglio ad una blasonata ma ansimante avversaria, salvata anche da un più pesante passivo grazie al suo portiere. I meriti della Lazio vanno infatti oltre i 3 gol, considerato che Immobile si è fatto parare un rigore da Szczesny, e che la cronaca parla di altri 2 episodi sospetti per altrettanti rigori non concessi. La Juventus, che era andata in vantaggio con CR7 al 25′, viene raggiunta da Luiz Felipe alla fine del primo tempo. Poi gioca in 10 gli ultimi 20 minuti per l’espulsione di Cuadrado (verifica VAR) al 69′, e 5′ più tardi subisce il raddoppio laziale ad opera di un grande Milinkovic Savic. La partita arriva quindi ai minuti di recupero, la Juventus ci prova ancora ma è la Lazio a colpire ancora al 95′, con Caicedo per il 3-1 al quale non c’è più tempo per rimediare. La squadra di Sarri rimane così dietro l’Inter, in seconda posizione ma il distacco sale a 2 punti e dietro è proprio la Lazio, alla 7a vittoria consecutiva e in terza posizione, a soffiare sulcollo dei bianconeri, a soli 3 punti.
Tra Atalanta e Verona (3-2)uno scontro che ha visto i veneti, un pò a sorpresa, per ben due volte in vantaggio con una doppietta di Di Carmine al 23′ e al 58′. Per nulla immeritato, il Verona difende il primo vantaggio quasi fino alla fine del primo tempo, quando viene raggiunto dal pareggio di Malinovskyi. Ma al quarto d’ora scarso della ripresa torna in vantaggio, gol di Di Carmine (ancora lui) e costringe l’Atalanta ad un forcing finale per recuperare il risultato. Serve un rigore al 64′, che Muriel realizza riportando in parità il match, ma l’Atalanta è affamata e pur senza meritarlo in virtù del gioco espresso, trova il punto della vittoria al 93′, in pieno recupero, con Djimsiti. Buon viatico, pur con fatica, per il prossimo impegno di Champions.
L’altro anticipo del Sabato, tra Udinese e Napoli, si chiude in parità, 1-1, con la squadra friulana in vantaggio ampiamente meritato, per 70 minuti, grazie ad un gol di Lasagna al 32′. Il pareggio del Napoli solo al 70′, appunto, con Zielinski, e nel finale arrembaggio degli uomini di Ancelotti ma l’Udinese si difende con unghie e denti, impedendo anche se con un pò di affanno il completamento della rimonta napoletana. Sorpendente, a questo punto, il distacco del Napoli dalle prime posizioni della classifica: addirittura 17 i punti di differenza con l’Inter capolista. E Ancelotti appare sempre meno certo di continuare a sedere sulla sua panchina.
La serie A domenicale inizia alle 12,30 con il match tra Lecce e Genoa, e si conclude con un pirotecnico pareggio: 2-2 con doppio vantaggio iniziale del Genoa (Pandev, gran gol, e Criscito sui rigore), che però nel corso della gara rimane in 9 per espulsione di Agudelo e Pandev . Il Lecce rimonta quindi nella ripresa, con Falco e Tabanelli, subentrati a Babacar e Majer. Il Genoa rimane terz’ultimo, a quota 11, mentre il Genoa sale a 15.
Le altre: a Sassuolo, i neroverdi di De Zerbi si illudono con un ottimo primo tempo sui rossoblu del Cagliari, coronato da un 2-0 (Berardi e Djuricic) che induce ottimismo negli emiliani. Forse un pò troppo, perchè nella ripresa i sardi si scuotono e dimezzano lo svantaggio con J. Pedro, cercando poi il pareggio. Ma rischiano grosso per un calcio di rigore che, per loro fortuna, Berardi spara sulla traversa. Sfumato il 3-1 che probabilmente avrebbe chiuso i conti, il Sassuolo sperava comunque di portare a casa i 3 punti sul 2-1, ma al 90′ la beffa da parte di un sardo nella squadra sarda. Ragatzu, che non segnava da oltre 8 anni in serie A, raccoglie un pallone vagante in area e lo scaraventa in rete per un pareggio ormai insperato, 2-2
Torino – Fiorentina 2-1, e sono guai seri per i viola, ormai nelle sabbie mobili della zona B dopo 4 sconfitte di seguito. Il Toro si avvale di uno Zaza che pare in giornata più che positiva, e non fa rimpiangere il titolare Belotti. Simone Zaza va in gol di testa al 22′, deviando un lancio di Ansaldi, poi cenni di reazione della Fiorentina con 3 tentativi di Vlahovic, Chiesa e Sottil, ma Sirigu è attento e non concede esultanze. Esulta invece lui, con i compagni granata, al 72′ quando Ansaldi con un’azione personale raddoppia per il Toro e mette il sigillo al risultato, nonostante vla viola riesca ad accorciare nel finale con Caceres. Problemi di peso ora per Montella, che nel prossimo turno troverà un cliente piuttosto scomodo come l’Inter capolista.
A Ferrara, torna sugli scudi Balotelli, autore del gol con il quale il Brescia prevale sulla Spal (1-0), che sbaglia anche un rigore con Petagna. Tutto nel secondo tempo il sale della partita, con il gol di (super?)Mario al 58′ e diverse occasioni da ambo le parti, ma alla fine è la Spal che va a sostituire proprio il Brescia all’ultimo posto in classifica.
Sul campo di Marassi a Genova, torna alla vittoria il Parma a spese della Sampdoria. 0-1 il risultato, con gol di Kucka al 21′. I blucerchiati se la giocano con scarsa vena, non cambiano marcia nemmeno con un rigore che Quagliarella sbaglia e tira addosso a Sepe, per poi ribattere in rete con l’aiuot di Jankto ma inutilmente, perchè il VAR annulla: ingresso in area anticipato di Jankto. Ora si profila un combattuto derby ella Lanterna, al prossimo turno. Samp – Genoa all’ultimo sangue, tra terz’ultima e quart’ultima.
Chiude la giornata un Bologna – Milan che per i rossoneri valeva, almeno in orgoglio, una spanna in più dell’avversario. E Pioli sembra aver rivitalizzato un pò la compagnia milanista, trovando almeno una maggior vivacità agonistica di manovra e una miglior determinazione ad uscire da un tunnel che iniziava a sembrare fin troppo buio, per le reali potenzialità della squadra. Il Milan gioca piuttosto bene e merita il vantaggio anche se ci riesce con un rigore, parso giusto su Piatek, che realizza al 13′. Raddoppio al 32′, con Hernandez, che raccoglie un prezioso suggerimento di Suso, ma al 40′ lo stesso Hernandez si esibisce in uno sfortunato autogol che permette al Bologna di accorciare le distanze. Il Milan trova poi il 3-1 con Bonaventura, che sfrutta un banale errore sul rinvio di Tomiyasu e buca Skorupski con una sventola a giro sulla destra del portiere. Finale con suspence per un nuovo rigore, stavolta per il Bologna, con Sansone che sigla il 2-3 finale. Il Bologna cede il passo ad un Milan che vince meritatamente, e mostra incoraggianti sintomi di miglioramento.
Per la quindicesima, finisce qui, arrivederci alla prossima, con l’intermezzo della Champions League nuovamente in campo, stavolta decisiva per Inter e Atalanta.