La verità su Piazza Fontana

Attualità

E’ che non sappiamo e probabilmente mai sapremo la verità. Fine. Non un articolo esaltante vero? Forse vi aspettavate piste rosse, nere, verità storiche, verità politiche, verità giudiziarie. Invece no. Noi non sappiamo e probabilmente mai sapremo chi ha messo quella bomba. Quello che sappiamo è che la fabbrica delle fake news nasce là, cresce sotto quella finestra del commissariato di polizia e si nutre di morti. Muore l’Anarchico Pinelli, forse non suicida, di certo non ammazzato. Si nutre del sangue del Commissario Calabresi, di certo vittima, ma di chi? Non Sofri, per carità. Di tutti, ma non di lui.

In Piazza Fontana muore la verità, pensa la sinistra. Che si attrezza immediatamente. Partono le estreme e condannano a morte un innocente. Chiamato torturatore, accusato di buttare innocenti dalla finestra. Ignorando la ragione (perché uccidere un sospetto?). Fregandosene delle evidenze (Calabresi non era là). Travisando i fatti, le autopsie, le rilevazioni. Spargendo fiumi di odio. Quelli sono i padri di chi oggi urla invocando una commissione Segre che sarebbe partita, ieri, proprio da loro e dalle loro responsabilità. E dopo la morte di Calabresi, improvvisamente, si svegliano. Alcuni. Con calma, in realtà. Ci mettono trent’anni per capire che qualcosa non andava e quaranta per le scuse. Meglio tardi che mai.

Ma intanto parte un processo fatto di pentiti, gente che dal silenzio non guadagna nulla e dalla chiacchera tutto. Le loro storie, non è una mia opinione, ma la base di due sentenze, non sono credibili. Per quanto l’ultima di lanci in una impresa circense degna dei Togni: stabilisce una verità storica. Ma non una giudiziaria. Se questo è quello che fanno i giudici voglio Barbero presidente della Corte Costituzionale. Almeno i suoi giudizi storici, pur di sinistra (come gli altri, invero), sono accurati e latori di acribia e sapienza. Ma anche quelle sentenze cadono su orecchie sorde. La storia, con la minuscola, è stata narrata. Non si accettano cambi di finale.

In Piazza Fontana ad uccidere furono i fascisti. Come a Bologna. È la storia che ce lo chiede. E se non lo sappiamo con sicurezza, freghiamocene. Tanto se le diciamo noi non sono mai fake news. Quella categoria vale solo per la destra, meglio se estrema. Noi decidiamo i colpevoli, gli innocenti, le vittime ed i suicidi sulla base di un potere che non conosce limiti. Quello del nostro ego. Questo il succo delle celebrazioni: la verità non c’è, ma a noi non manca. Quello che non c’è, si crea.

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