Intervento a Convegno Storia 2019 – La Storia d’Italia senza la Storia Europea è possibile?-
La storia italiana antica è la conquista di più della metà del continente europeo fino a farne un impero unico. La storia italiana moderna è il susseguirsi di conquiste e dominazioni europee del Bel Paese fino al nazionalismo del processo risorgimentale.
Italexit
Quindi storia italiana ed europea sono intrecciate, come dato di fatto. La domanda però presuppone, nel contesto attuale, un diverso problema. Se si traduce Europa con Unione Europea, ci si può porre l’interrogativo se la storia italiana possa divergere da quella delle istituzioni delle quali, l’Italia fu cofondatrice quando erano, all’inizio, solo comunitarie. In questo caso il tema è quello dell’Italexit, sue probabilità, suoi svantaggi e vantaggi.
Altro aspetto, secondario, ma non troppo, è il diverso rapporto che l’Italia, divisa socioeconomicamente in due, ha con il resto del continente. Il Nord in modi diversi vi è economicamente integrato, il Sud no. Il primo proprio per la partecipazione vuole avere voce in capitolo negli affari europei, il secondo sogna l’Europa da emigrante come via di fuga presa già da un milione di cittadini in un decennio.
La storia europea attuale, malgrado le ridda di voci e manifesti, è molto asfittica. Incapace di essere nel suo insieme potenza economica, impossibilitata ad essere potenza militare e politica, distratta dal ruolo di grande mediatore mondiale, è passata da una stretta influenza russa ed americana, alla dispersione di molteplici influenze, americana, cinese, asiatica, araba, russa. I problemi di destabilizzazione che sotto queste influenze turbano i singoli paesi si sommano nell’insieme, diffondendoli nell’intero continente.
La storia europea attuale soffre di un vuoto di non missione. Quella dei diritti umani che poteva essere una via d’uscita alla mancanza di qualità, ha ricevuto nella vicenda catalana e nell’evoluzione dell’esteuropeo un drammatico stop.
Zollverein
Il motore dell’Unione attuale è la Germania che rispettando la sua vocazione storica ha impostato l’Unione come un Zollverein, che fu la base per costituire il Reich. Lo Zollverein europeo è dunque una unione commerciale, monetaria e finanziaria, non una unione economica né politica, neanche in tensione per diventarlo. Ed è il governo collettivo finanziario, che non segue alcun vincolo elettorale, a mettere a disagio l’Italia e non solo, al punto di far pensare alla divergenza.
Auto elettrica e no
Se il motore è tedesco, la benzina è però di origine atlantico militare, subita senza tanti strilli dagli europei al tempo della comune distruzione e sempre presente come vincolo internazionale. Senza grandi clamori, la Germania, e inconsciamente la Francia, lavorano nei tempi lunghissimi ad un motore elettrico per non avere più bisogno di quella benzina. Gran parte d’Europa, dopo l’allargamento, è contrario all’ipotesi tedesca per i costi troppo elevati. C’è comunque da dubitare circa la sopravvivenza dell’unione europea alla scomparsa dell’alleanza militare atlantica.
Come esiste il detto ciò che è buono per il russo è cattivo per il tedesco, si può riecheggiare che ciò che è buono per il tedesco è cattivo per l’italiano.
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Giuseppe Mele
Studi tra Bologna, Firenze e Mosca. Già attore negli ’80, giornalista dal 1990, blogger dal 2005. Consulente UE dal 1997. Sindacalista della comunicazione, già membro della commissione sociale Ces e del tavolo Cultura Digitale dell’Agid. Creatore della newsletter Contratt@innovazione dal 2010. Direttore di varie testate cartacee e on line politiche e sindacali. Ha scritto Former Russians (in russo), Letture Nansen di San Pietroburgo 2008, Dal telelavoro al Lavoro mobile, Uil 2011, Digital RenzAkt, Leolibri 2016, Renzaurazione 2018, Smartati, Goware 2020,Covid e angoscia, Solfanelli 2021.