Dubito ve ne freghi qualcosa, ma spero prima o poi di formalizzare la mia doppia cittadinanza, Italo-Inglese. Non l’ho mai fatto prima, perché da Sua Maestà Britannica non volevo nulla e Lei mi consentiva di andare e venire a piacimento. Così non intendevo disturbare più di tanto. Adesso, e per adesso intendo il 31 Gennaio, cambierà tutto.
Mia madre ha già ripreso il passaporto. Io mi attardo solo per motivi di tempo. A breve toccherà comunque anche a me, dicevo. È la grande storia che impatta su piccole vite. Non sappiamo se sarà necessario. Però la cesura simbolica è netta. Brexit means Brexit, dice Boris Johnson. E probabilmente ha ragione. La gente ha deciso. Tradirne il voto sarebbe peggio che provare ad evitarne le asperità.
Sopratutto dopo il risultato delle politiche. Una valanga. I numeri dicono che, in assoluto, i Conservatori hanno ripreso i voti della volta prima. Ma in un sistema maggioritario a volte questo basta ed avanza. Soprattutto con il Labour che si suicida clamorosamente. La netta impressione è che nella dicotomia “meno stranieri contro tutti di nuovo in miniera” nel Nord (mia madre è nata poco distante da Manchester) abbia vinto il primo.
Di fondo i Conservatori non hanno ripreso la via della Thatcher. Non hanno invocato meno stato. Hanno detto che ci saranno meno stranieri a vivere di Welfare. E questo è l’aspetto più affascinante della questione.
Una sinistra di buonsenso chiede lavoro per tutti e welfare per pochi. Pochissimi. Ma alto. La destra dovrebbe volere meno stato e meno welfare. Una destra nazionalista vuole welfare in quantità solo per i cittadini. Corbyn voleva tutti dipendenti pubblici, o quasi. Come negli anni 70. Con la sottintesa conseguenza che se eri nel welfare dovevi lavorare. Gratis. In sostanza voleva un popolo di schiavi. Pare che tra le varie opzioni in gara, abbia prevalso quella in cui gli inglesi campano senza faticare, gli stranieri faticano oppure se ne vanno e nelle miniere ci può andare Corbyn. Ma succederà davvero?
Non lo so. Nessuno lo sa. Di certo non è avvenuta, per ora, la tragedia greca prevista dalla Banca Centrale Inglese. Di sicuro però non sarà indolore. Il nodo, più che la Scozia, sarà l’Irlanda del Nord. E le tensioni si ripercuoteranno sicuramente a livello finanziario, se non strutturale. Ovvero l’Inghilterra non ne verrà danneggiata, ma di certo non sarà la terra del latte e del miele per gli amanti dei sussidi. Io sono comunque ottimista. C’è ancora abbastanza spirito Inglese in Inghilterra per essere certi che l’Isola non cadrà. Purtroppo ce n’è anche abbastanza per pensare che si isolerà vieppiù.
E come figlio di due mondi, la cosa mi dispiace. Magari un giorno, a molti anni da oggi, torneremo uniti. Forse no. Chi lo sa. Ma, umanamente, fatemelo almeno sperare.

Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,