Sì, Milano cresce, ma negli stipendi dei manager

Milano

Che Milano sia “attrattiva” per una parte del territorio, quella centrale dedicata al lusso, alle persone abbienti, alle luci di una città apparentemente vincente, è stato detto molte volte. Ora l’economia, la dinamica del lavoro e dell’occupazione conferma che a crescere, in Milano, sono gli stipendi dei manager che, naturalmente, sono propri di un modo di vivere brillante, con molte opportunità.

Il Giorno spiega, con tabelle verificate “RETRIBUZIONE MEDIA PIÙ ALTA PER UN DIRIGENTE (dati in euro) Servizi finanziari Industria di processo Industria manifatturiera Edilizia Agricoltura. Solo il 3% dei manager assunti a Milano proviene da altre città italiane (dati Wyser) Dal 2008 (dati Cgil) la crisi ha colpito le fasce più deboli. Solo nella manifattura si sono persi 67.225 posti di lavoro tra Milano e area metropolitana, 22.747 nelle costruzioni Nel 2018 solo l’87,4% dei lavoratori ha un contratto a tempo indeterminato L’Ego-Hub

L’ANALISI Ecco le retribuzioni d’oro In testa la finanza Sul podio industria e settore manifatturiero Ultima l’agricoltura Dai dati Manageritalia emerge che gli stipendi raggiungono il picco massimo nei servizi finanziari con una Ral media di 109mila euro all’anno per un ruolo dirigenziale In generale un quadro prende circa la metà rispetto a un dirigente e la somma scende fino a 24mila euro per un operaio…I posti di lavoro che si sono creati sono sempre più «poveri» e precari. La cassa integrazione diminuisce a Milano «perché picchi e cali di lavoro ormai possono essere gestiti senza bisogno di ammortizzatori sociali». Basta un contratto a chiamata. Nel 2013 il 90.5% dei lavoratori aveva in tasca un contratto a tempo indeterminato. La quota è scesa all’88.7% nel 2017 e all’87.4% nel 2018. Un’erosione costante delle tutele e anche degli stipendi, nella città che cambia volto”

E che la città abbia una profonda frattura tra chi può e chi non può è evidente per chi sa guardare. Quello che meraviglia è la continua enfasi per la Milano di serie A dimenticando la Milano di serie B a cui non vengono elargite neppure le briciole di opportunità.

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