Cosa sia successo per davvero in via Gola, la notte di Capodanno, è ancora da accertare nei dettagli. I roghi di immondizia che hanno attirato in una vera propria trappola i vigili del fuoco sono stati accesi da qualcuno, ma non è necessariamente lo stesso che ha deciso di attaccare gli uomini in divisa. La vicinanza di un centro sociale occupato, ovviamente, è indicativa di una possibile risposta. Ma io un paio di dubbi li ho sul fatto che siano stati loro, in prima persona. Per quanto non si stia parlando di una congrega di geni, l’idea di attaccare i pompieri è troppo stupida persino per loro. E la genialata di bruciare i rifiuti, la scelta più anti ecologica dell’universo mi pare abbastanza contraria alla narrazione delle loro battaglie.
C’è poi da considerare il fatto che episodi del genere sono successi in tutta la periferia, per quanto in tono minore. La mia personale impressione è che, detta apocalitticamente, la periferia intera sia in fiamme. E bruci perché è successo il peggiore dei disastri possibili per una città: si è diffusa l’idea che non c’è più alcun controllo del territorio.
E quindi che gang multinazionali abbiano deciso che la notte sia loro. L’ultimo dell’anno è stata una sfida per tastare il terreno. E mi pare che l’abbiano vinta. In quest’ottica, forse, dal centro sociale è venuta un’aggregazione spontanea. Successiva. In sostanza, non è una cosa studiata a tavolino, ma un’alleanza estemporanea. Sempre che il loro coinvolgimento ci sia stato e sia stato organico, ovviamente. Tutto questo è rilevante?
Sì, lo è. Lo è perché altrimenti rischiamo di credere che sgomberato il centro sociale il problema si sia risolto. O che mandando 2800 dipendenti comunali in periferia la situazione migliorerà. Sono entrambe grosse sottovalutazioni. Nessuna società multiculturale sopravvive se non difende con durezza le regole comuni.
Ce lo hanno insegnato i paesi anglosassoni. E noi non vogliamo capirlo. Ci affidiamo al buonismo di Limonta ed all’ottimismo di Sala, sperando di passare la nottata indenni, senza auto bruciate e senza danni troppo ingenti. Il che non è un sistema razionale per affrontare i problemi. L’altra cosa da evitare, laddove possibile, sono le analisi un tanto al kilo in cui appena si trova un colpevole se ne chiede il linciaggio.
Essere duri nell’applicazione delle regole comuni di civiltà esclude a prescindere la giustizia sommaria. Cosa che si può facilmente ottenere evitando la gara a chi chiede la forca per primo. Sempre che nella società della comunicazione senza contenuti sia possibile farlo, ovviamente.
Laureato in legge col massimo dei voti, ha iniziato due anni fa la carriera di startupper, con la casa editrice digitale Leo Libri. Attualmente è Presidente di Leotech srls, che ha contribuito a fondare. Si occupa di internazionalizzazione di imprese, marketing e comunicazione,