Sala nel loop dell’ambientalismo

Milano

Come ha riportato più volte il nostro giornale, Area B non sta funzionando. Dicono, da sinistra, che questo sia dovuto al fatto che non tutti i varchi sono in funzione. Oggi ne entreranno in funzione altri dieci. Il tutto mentre a Monza si esce dall’emergenza ed a Cremona, invece, si affronta un inasprimento del problema. Come mai? Magia? Oscura stregoneria? Oppure, ve la butto là, la Pianura Padana è sempre il solito catino in cui l’inquinamento ristagna e tende a fregarsene dei varchi, degli accessi e dell’Euro con cui girate?

Se volete un dato simpatico, per quanto ovviamente non determinante, prendete la situazione di Venezia e Treviso. La soglia delle PM10 è stata superata. Non di una volta. Nemmeno di due. No, affatto. Siamo a NOVE volte oltre la soglia. Perché? Perché da noi (io sono di Padova) è tradizione bruciare la Befana, altrimenti detta la Vecia, tra la notte del 5 ed il 6. Il che, come potrete facilmente immaginare, se moltiplicato per ogni parrocchia, ogni paese e spesso anche per ogni proprietario di un podere crea una cappa di polveri micidiale.

Questo per dire che, oltre al diesel, esistono dei problemi decisamente più gravi nel reparto PM10. Ovviamente non frega a nessuno a Palazzo Marino, visto che il loro è ambientalismo puramente ideologico. Con manie puramente ideologiche, ovviamente. Tipo l’odio per la mobilità privata. Da qui l’area B, il cui risultato è di dover fare come ogni anno: al primo periodo di siccità si vietano le auto. Che prima continuavano a circolare, perché la gente con la macchina ci lavora. E se la tassi per farlo, ti maledirà, magari, ma continuerà ad usarla. E quando smetterà di lavorare, magari andando in pensione, dovrà usarla per altri motivi, sempre e comunque non differibili.

Insomma, Area B è un atto di puro, inadulterato ed inescusabile odio verso chi Milano la vive. Non ha scusanti, non attenuanti e non ha alcun tipo di utilità. Se non, forse, aiutare la maggioranza a nascondere sotto il tappeto le rogne di un bilancio in cui mancano i soldi per le cose essenziali. E dove ormai si ricorre agli espedienti più meschini per tirare le prossime elezioni.

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