Il Sindaco Sala ha annunciato che a breve trasferirà tra i 2000 e i 2500 lavoratori del Comune di Milano, dalle attuali sedi di lavoro, verso sedi decentrate, giustificando questo provvedimento utile alla rivalutazione delle zone
La fine del 2019, come da tradizione, ci ha consegnato una miriade di messaggi di fine d’anno, farciti di buoni propositi , fantastici resoconti, ricchi di enfasi, spesso messaggi utili per cercare di dimostrare le proprie capacità gestionali, amministrative, ma ancor più spesso per nascondere la polvere sotto i tappeti, specie quando si è in campagna elettorale.
Anche il Sindaco Sala non si è sottratto a questo vaticinio, preannunciando il compimento del programma per migliorare le periferie, accostando a questo progetto, l’intenzione di trasferire da 2000 a 2500 dipendenti comunali, che a breve lascerebbero le attuali sedi centrali di lavoro, per approdare in sedi periferiche.
Una domanda: che c’azzecca????
I problemi delle periferie sono ben noti, per affrontarli e risolverli non servono operazioni di lifting, come il cambio di nome della zona di via Padova trasformata dalla giunta Sala in “No Lo”, serve una politica vicina ai cittadini, alle persone. Non serve altresì utilizzare propagandisticamente il trasferimento di migliaia di comunali verso le periferie, questo provvedimento non avvicinerà l’Amministrazione ai cittadini delle zone disagiate, p.e. quale miglioramento avrà il pensionato del Corvetto o della Bovisa se sotto casa avrà le Direzioni tecniche, piuttosto che quella dei servizi educativi? La realtà è che ci troviamo semplicemente di fronte ad una speculazione edilizia, che per far cassa si prefigge di (s)vendere immobili di pregio in zone centrali, oggi raggiungibili dagli utenti in maniera equidistante dalle zone di appartenenza, ma che domani saranno costretti ad attraversare l’intera città, da una parte all’altra, per arrivare nelle nuovi sedi, che oltre ad essere più difficilmente raggiungibili avranno minor valore economico.
E i dipendenti comunali?
Ancora una volta utilizzati come merce di scambio, come gregge di pecore da transumare da una parte all’altra, ma all’abbisogna anche da sacrificare per trarne vantaggio, sia economico che di immagine. Ricordate i lavoratori del palazzo di via Pirelli 39, trasferiti per consentire la bonifica dell’amianto presente in tutto l’edificio, con l’impegno assunto dall’allora Vice Sindaco, che a lavori ultimati sarebbero rientrati nella sede naturale? Promessa vana, il palazzo è stato venduto al solito gruppo immobiliare, i lavoratori ancora sparsi in varie sedi, con la prospettiva di essere di nuovo trasferiti come pacchi postali.
Se questo è l’inizio, facciamoci gli auguri per il 2020, ce n’è bisogno!
Sindacato Generale di base SGB
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