Non che in questi anni la vita sia stata generosa con noi amanti della politica. Abbiamo visto il 2013 col centrodestra che perde il Senato grazie alla genialità di Giannino. Il 2018 con la corsa alla follia economica. Le ultime Europee in cui la frode elettorale del “se vinciamo cambiamo l’Europa” accettata come fatto scientifico, salvo poi rivelarsi una bufala colossale. Però peggio di questa campagna per le regionali, segnatamente quelle Emiliano Romagnole, mai. Un infinito susseguirsi di orrori politici, vestiti a festa dalla comunicazione. Due popoli votati alla guerra civile nelle urne, più che alla risoluzione dei problemi.
Bonaccini, probabilmente, perderà. Persino Repubblica dà la cosa come più che possibile. In un articolo di oggi si discute dei vari scenari in caso di sconfitta lieve o di disfatta. È chiaro che non ci credano nemmeno più loro. D’altronde, come sappiamo qui a Milano, fare bene non basta a vincere le elezioni. In Italia si ama cambiare tanto per.
Noi di centrodestra, però, devo dire ci siamo impegnati molto per forzare la mano al destino. In ogni caso, nessuno ricorderà Bonaccini che inchioda sui fatti la Borgonzoni. Ma le urla Bibbiano, Bibbiano. Un sistema mostruoso in quanto ideologico, tradotto in termini economici per fare due like in più. Salvini dice che i bambini venivano affidati per far guadagnare qualcuno. Ma questo passa un colpo di spugna su colpe ben più profonde e gravi. E, temo, verrà facilmente smentito.
Poi c’è stato un leader nazionale che ha completamente nascosto la candidata. Una eclissi politica che non può non far rimpiangere i gloriosi tempi di Galan e Formigoni. In cui, prima di due tristi e in molte parti oscure, vicende giudiziarie i governatori erano affiancati da Berlusconi. Ma mai nascosti. Veneto e Lombardia votavano i propri. Non si facevano dire cosa e chi votare in ossequio al capo. Soprattutto a Milano, se il Capo avesse deciso di sostituirsi al Celeste sarebbe stato velocemente rimesso al suo posto. Altri tempi, altri stampi. Oggi Bonaccini è solo contro Salvini. Capisco lo sconforto, come si poteva pensare di vincere? Coi fatti? Non scherziamo.
E si chiude il sipario con la scampanellata di Salvini. Evviva. La peggiore campagna elettorale del decennio ha, però, un lato positivo. Ci lascia la certezza che sarà comunque meglio della prossima.

Giornalista pubblicista, opera da molti anni nel settore della compliance aziendale, del marketing e della comunicazione.