Con 550.000 persone con diabete, la Lombardia è la prima regione d’Italia per diffusione della malattia in termini assoluti; di queste, oltre 180.000, ovvero 1 su 3, risiede nell’area metropolitana di Milano
La Lombardia è la regione con il maggior numero di persone con diabete in Italia: vi risiedono circa 550.000 delle 4 milioni stimate nel nostro Paese e di queste, 1 su 3 vive a Milano. Secondo i dati elaborati dall’ATS Città Metropolitana di Milano, nel capoluogo lombardo sono oltre 180.000 le persone con diabete noto e circa 60.000 le persone che non sanno di averlo. I dati ISTAT indicano che nell’area metropolitana di Milano risiedono 3,2 milioni di abitanti, una cifra significativa per livelli di urbanizzazione, che la pone tra le prime aree metropolitane in Europa e seconda in Italia dopo Roma. Un forte contesto di urbanizzazione che dagli anni ‘60 è più che raddoppiato e che costituisce circa il 32 per cento della popolazione della Regione Lombardia, senza considerare l’alto tasso di popolazione non residente ma che svolge attività lavorativa nell’area della città di Milano. “Oggi, più del 50 per cento della popolazione mondiale vive nelle città e se consideriamo che il 65 per cento delle persone con diabete vive in aree urbane, è chiaro che la città è un punto determinante per contrastare la crescita del diabete“, dice Andrea Lenzi, Presidente dell’Health City Institute e dell’Italian Cities Changing Diabetes, che aggiunge “Come già avvenuto per Roma, viene realizzata una prima mappatura dei dati quantitativi demografici, clinico- epidemiologici e sulla percezione della salute nell’area di Milano Città Metropolitana, allo scopo di analizzarli e di capire meglio come sia possibile ridurre o rallentare la crescita nell’incidenza del diabete e migliorare la qualità di vita delle persone che ne sono malate. L’analisi delle possibili differenze tra le persone con diabete che vivono in un’area metropolitana può aiutarci a comprendere la variabilità tra le diverse zone, in termini di outcome clinici”.
“È un fatto noto che l’incremento della prevalenza del diabete sia dovuto a vari fattori quali invecchiamento e obesità, due elementi in continuo aumento. Anche fattori sociali come livello di istruzione, accesso alle cure, risorse disponibili incidono sull’incremento del diabete. Infatti anche all’interno dell’area metropolitana di Milano c’è una forte discrepanza tra centro e periferia in termini di reddito, percentuale di migranti, qualità di vita, alimentazione, sedentarietà e titolo di studio. Allo stesso modo, la prevalenza di diabete non è distribuita in maniera uniforme: si va da un valore del 5,30 per cento nella ASST Città di Milano fino ad un valore massimo di 6,35 per cento nel territorio dell’ASST Nord Milano”, dichiara Livio Luzi, Presidente del Comitato Scientifico di Milano Cities Changing Diabetes. “Da una recente indagine svolta dall’istituto di ricerca Medi-Pragma emerge che la salute è il tema che sembra stare maggiormente a cuore ai cittadini milanesi, ma solo 1 su 3 si ritiene soddisfatto delle politiche per la salute, assegnando punteggi bassi sia per quanto riguarda i servizi sanitari sia per le attività svolte per migliorare le condizioni sociali, politiche, economiche e di salute della popolazione metropolitana. L’insoddisfazione sembra essere riconducibile da una parte ad un elevato livello di aspettative sulla tipologia e qualità di servizi resi ai cittadini e dall’altra ad una ridotta valorizzazione e comunicazione della, in realtà, ampia offerta di servizi e opportunità messa già a disposizione della comunità”, afferma Michele Carruba, Presidente del Comitato Esecutivo di Milano Cities Changing Diabetes.
“Tra le priorità di Regione Lombardia, con il varo della legge 23 di riordino del Sistema Sanitario Regionale, c’è la concreta attenzione alle attività di prevenzione insite anche nei sani stili di vita che i cittadini delle metropoli devono poter praticare in un adeguato contesto urbano. La salute nelle città, deve guidare Milano verso il suo adeguamento alle reali e nuove necessità della popolazione: ancora prima che un paziente giunga alla corretta prevenzione diagnostica sanitaria, alla necessaria assistenza medico-ospedaliera o, ancora, alla terapia e alla cura, deve essere messo nelle condizioni di poter usufruire di precisi modelli urbanistici al fine di poter essere incoraggiato e favorito nella pratica di corretti stili di vita”, afferma Giulio Gallera, Assessore al Welfare di Regione Lombardia. Come per Roma, il progetto Milano Cities Changing diabetes è coordinato dall’Health City Institute in collaborazione con il Ministero della Salute, l’ANCI, la Rete Città Sane dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Istituto Superiore di Sanità, l’ISTAT, la Fondazione CENSIS e CORESEARCH. Con questo progetto, Milano viene inserita in un ampio network di metropoli; ad oggi 22 città in cinque continenti nel mondo hanno aderito al programma: Nord America (Città del Messico, Mérida, Houston, Vancouver), Europa (Copenaghen, Leicester, Madrid, Manchester, Milano, Roma), Asia (Beirut, Beijing, Koriyama, Tianjin, Seoul, Shanghai, Hangzhou, Xiamen, Jakarta), Sud America (Buenos Aires) e Africa (Johannesburg), città impegnate a studiare l’impatto della crescente urbanizzazione sul diabete e sull’obesità.
Laurea Magistrale in Lettere Moderne. Master in Relazioni Pubbliche.
Diploma ISMEO (lingua e cultura araba). Giornalista. Responsabile rapporti Media relations e con Enti ed Istituzioni presso Vox Idee (agenzia comunicazione integrata) Milano.