Parliamo di car sharing, un metodo economico e veloce per spostarsi quando i mezzi pubblici non fanno al caso nostro.
Ci sono occasioni in cui avere un’auto di proprietà potrebbe non essere la soluzione più comoda per chi deve spostarsi: i prezzi della benzina sempre più alti, il caos del traffico cittadino, i costi accessori come quello per l’assicurazione auto e per il bollo… senza contare il tempo “perso” alla guida, che invece, con altri mezzi di trasporto, potrebbe essere sfruttato per lavorare o per lo svago. Si potrebbe pensare che la soluzione di tutto sia offerta dal trasporto pubblico: e certamente riteniamo che sia sempre una soluzione preferibile, in termini di inquinamento ambientale, di responsabilità civile e di ordine pubblico, se le condizioni lo permettono. Anche dal punto di vista strettamente economico prendere un treno o un autobus (oppure la metropolitana o il filobus in città) è spesso una soluzione vantaggiosa. Ma ci sono dei casi in cui proprio non è possibile approfittare dei mezzi pubblici: si pensi ad esempio alle situazioni in cui dobbiamo trasportare oggetti pesanti o ingombranti, oppure attrezzi molto delicato o preziosi (come uno strumento musicale): immaginatevi le complicazioni che si creerebbero nel caso in cui si viaggiasse in un autobus o in una metropolitana affollati.
C’è poi un altro problema di ordine prettamente organizzativo: ad oggi purtroppo i mezzi pubblici non coprono tutto il territorio nazionale (e non va molto meglio oltralpe), tanto che per spostarsi in località più piccole, geograficamente decentrate o isolate, specialmente se si trovano in zone montuose, bisogna fare viaggi lunghissimi e stancanti, cambiare tratta e persino mezzo, e talvolta l’opzione non esiste affatto. Per non parlare dei problemi legati a eventuali scioperi, probabili ritardi e disagi causati da sovraffollamento e disservizi. Insomma, l’uso del trasporto pubblico va incentivato e promosso, ma ci sono casi in cui proprio non sia adatta alle nostre esigenze. Cosa fare in queste situazioni? Una soluzione efficace può risiedere nel car sharing, che unisce la comodità dell’auto all’economicità del trasporto pubblico. Prima di tutto è bene fare una distinzione terminologica: si sente spesso parlare di car pooling e car sharing come sinonimi ma non è esattamente così:
- Car pooling è in sostanza un modo in cui più persone viaggiano insieme nella stessa auto; di norma questa è di proprietà di uno dei viaggiatori, che “ospita” gli altri in cambio di un contributo sulle spese di viaggio e di manutenzione.
- Car sharing, invece, è un servizio che viene proposto per lo più dalle pubbliche amministrazioni (comuni, prima di tutti): è una sorta di autonoleggio gestito da enti pubblici invece che da aziende private e diffuso capillarmente sul territorio; per cui è possibile prendere un’auto da uno dei tanti punti di ritiro, noleggiarla per alcune ore o per tutta la giornata e restituirla nello stesso punto oppure in un punto diverso tra quelli disponibili. Lo stesso servizio si vede molto spesso per le biciclette.
Ovviamente il ruolo delle tecnologie in questi servizi è molto importante: sia l’uno che l’altro funzionano grazie a piattaforme del web, app e siti, che si occupano di organizzare il viaggio del singolo utente o del gruppo di utenti, anche qualora questi non si conoscano affatto. Soprattutto nel car pooling il ruolo del web è fondamentale: chi ha un’autovettura segnala data, ora e luogo di partenza, destinazione del viaggio e preferenze sul tipo di viaggiatore che è in grado di ospitare (con più o meno bagagli, fumatore o non fumatore, ecc.); aspetta poi di essere contattato tramite la piattaforma da eventuali interessati.
Sia che opti per il car pooling sia che si opti invece per il car sharing, la divisione delle spese di viaggio tra più utenti può comportare, in termini economici, un grande vantaggio per tutti: si consideri, ad esempio, che su un viaggio di lunga percorrenza si arriva a spendere anche la metà di quanto si farebbe con i mezzi pubblici e tre o più volte meno (dipende dal numero dei viaggiatori) di quanto si spenderebbe se si viaggiasse in auto da soli. L’esempio classico Roma-Milano si attesta su circa 30 euro a persona, contro una media di 60 euro del treno o dell’aereo (e in quest’ultimo caso anche le emissioni sono molte: di certo non un buon affare per l’ambiente!). Si conta che in questo momento, solo in Europa, si muovano con il servizio di car sharing o di car pooling più di un milione di persone, sia per tratte abituali sia per viaggi occasionali, ma più lunghi. Grazie ai servizi dedicati alle donne – come il “viaggio rosa” di BlaBlaCar, ad esempio – sempre più viaggiatrici aderiscono all’iniziativa, sentendosi più sicure con questa modalità di viaggio rispetto a quella in solitaria. Non resta che unirsi a questa grande community di persone, in continuo aumento: faremo un favore all’ambiente, diminuendo le auto in circolazione e ottimizzando i viaggi intrapresi da quelle già “in strada”, ma faremo un favore anche al nostro portafoglio, spendendo meno senza rinunciare alle comodità.
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