Chiude il 30% delle edicole a Milano, ma da tempo alla sinistra non interessa

Milano

Spegnere la luce di un’edicola non è solo chiudere un’attività commerciale, ma interrompere i rapporti con i clienti-amici e la possibilità di presidiare in qualche modo un territorio. Distribuiscono “democrazia”, nella molteplicità delle notizie, delle idee, delle sintesi illustrate. Sensibilizzare l’opinione pubblica è doveroso: sostanzialmente in molte città italiane da nord a sud è stata prevista l’apertura straordinaria di un’edicola oltre il regolare orario di esercizio. Un’iniziativa semplice, ma si spera redditizia e diffusa.Negli ultimi 15 anni, secondo i dati del Sindacato dei Giornalai, oltre la metà delle edicole italiane ha dovuto arrendersi: in tutto il Paese ne restano appena 26mila. Ed è per questo che la notte scorsa a Milano si è svolta una sorta di Notte Bianca delle edicole. Negli ultimi anni sono sparite circa il 30% delle edicole  presenti a Milano. Le cause? La crisi economica, internet, ma non solo. Vogliamo aggiungere la situazione precaria là dove il metrò fa tremare anche le case? La paura delle aggressioni che si ripetono in prossimità di un parco? Nulla o ben poco è stato fatto per assecondare gli edicolanti per sviluppare li loro sforzi.

Tempo fa scriveva Fabrizio De Pasquale, ed è la storia della disattenzione della sinistra, “Nei mezzanini delle 4 linee metropolitane ci sono più di 60 edicole, 58 bar e una trentina di altre attività. Salvo le stazioni centrali o di scambio, molte stazioni soprattutto della M2 ed M3 sono oramai prive di negozi e senza edicole. Questo determina mancanza di presidio, ci sono sempre più locali sfitti, mentre i mezzanini sono sempre più dei veri suk pieni di venditori di paccottiglia. Basta fare un giro a Loreto, Cadorna, Centrale etc. Maran e l’Atm invece hanno lasciato dilagare gli abusivi ma, convinti di realizzare chissà quale speculazione, decisero 2 anni fa di fare un bando per selezionare i nuovi gestori dei vari locali. Non per assegnare quelli vuoti, come sarebbe stato logico, ma quelli già occupati. I contratti erano in scadenza, è vero,  ma sarebbe stato semplice prevedere un rinnovo con adeguamento del canone.” Perché questo ò il modo illogico di prodedere del Comune che i tempi non riescono a cambiare.

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