L’ultima trovata dei nostri amministratori a proposito di cani sarebbe quella che prevede che i loro accompagnatori debbano lavare le pipì per strada. Non volendo essere scurrili ci limitiamo a spiegare le diverse dinamiche tra maschi e femmine. Quando si porta a spasso una femmina questa decide di farla in genere una sola volta e ha “bisogno di ispirazione”. Ne fa parecchia e una bottiglia d’acqua non basta certo per pulire. Il padrone deve sperare che la faccia in un prato.
I cani maschi invece sono come i politici che segnano il territorio con la loro pipì un po’ come i candidati fanno con i comizi in ogni angolo delle circoscrizioni elettorali. E qui i paragoni si fermano perché i cani sono schietti e si limitano a degli schizzetti di orina, mentre gli altri spargono a profusione delle oratorie spesso con promesse “spergiure”. Chissà se fanno più danni le orine o le oratorie?
Dal punto di vista pratico anche nel caso dei maschi una bottiglia di acqua non serve e non basta: dal primo minuto della passeggiata sino all’ultimo il maschio piscia. Allora come si fa? La prima soluzione è contro la tanto abusata parola “sostenibilità” e prevede che si carichino i cani in macchina e che li si porti esclusivamente nelle aree cani. Nella quotidianità è assurdo. Un’altra possibilità è più un suggerimento e consiste nel camminare cercando di percorrere il marciapiede destro e tenendo il cane sulla sinistra (o viceversa) in modo che faccia la pipì contro gli alberi e non contro i muri. Basta solo che il nuovo regolamento, inapplicabile e che resterà inapplicato, non scada nel ridicolo imponendo comunque l’obbligo della cisterna, del detersivo e della ramazza da passeggio.
Che si sia d’accordo o meno con questi ennesimi obblighi e divieti che guardano solo in una direzione, mentre i muri della città sono sempre bersaglio di altre offese umane tra cui gli orribili scarabocchi che non sono biodegradabili e non spariscono alla prima pioggia, siamo sicuri che ce ne ricorderemo alle prossime comunali perché i cani o si amano o si odiano, o ci si capisce qualcosa o non ci si capisce niente. Temiamo che questo nuovo regolamento sia un parto collettivo di gente che non ne capisce molto e che calcola i voti col bilancino.
Enrico Pluda
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